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Tangenti nelle opere pubbliche a Palermo, 4 funzionari arrestati dopo la denuncia di un imprenditore

Tangenti per portare avanti le pratiche e rendere più snelli gli iter burocratici. A far da sfondo il Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche di Palermo dove la polizia ha arrestato 4 funzionari accusati di chiedere delle tangenti.

L’input alle indagini lo ha fornito la coraggiosa denuncia di un imprenditore edile, che si era imbattuto in una richiesta di tangenti da parte di alcuni dei funzionari pubblici in servizio presso quegli uffici, nel corso della ristrutturazione edile di una scuola elementare in provincia di Palermo.

Il blitz è scattato alle prime luci dell’alba, nel corso dell'operazione denominata “Cuci e Scuci” sono state eseguite in tutto 14 misure cautelari, emesse dal Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di imprenditori e funzionari della pubblica amministrazione, "nelle vesti, rispettivamente, di corruttori e corrotti - spiega la polizia - e che, per le loro condotte illecite accertate, dovranno rispondere a vario titolo dei reati di corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato".

I provvedimenti di oggi nascono dalle indagini, svolte dalla Sezione Anticorruzione della Squadra Mobile di Palermo, che ha registrato uno sistema correttivo che si era annidato nel settore degli appalti per opere pubbliche e che ha interessato un importante distretto ministeriale dalle cui casse passano ingenti quantità di fondi pubblici.

Le indagini sono coordinate del procuratore aggiunto Sergio Demontis e dei sostituti Pierangelo Padova e Giacomo Brandini. Al centro dell’indagini ci sono alcuni appalti per le ristrutturazioni di uffici pubblici.

A dicembre del 2017 era scattato un blitz degli agenti della Squadra Mobile di Palermo negli uffici del Provveditorato in piazza Verdi a Palermo. Un imprenditore aveva denunciato di avere subito pressioni da parte di alcuni funzionari e richieste di mazzette. Erano stati notificati cinque avvisi di garanzia dalla sezione Reati contro la pubblica amministrazione della Mobile. In quell'occasione era stata anche sequestrata la documentazione riguardante alcuni lavori fatti a Palermo e provincia: al padiglione 18 dell’Università di viale delle Scienze, in un dipartimento di via Archirafi, in un appartamento delle forze dell’ordine e ancora alla caserma dei carabinieri di Capaci. Sotto osservazione quattro lavori a Enna: per la sistemazione di alcuni immobili dei vigili del fuoco, dell’Agenzia delle Entrate e della caserma della polizia intitolata al commissario Boris Giuliano; sospetti di mazzette anche sulla ristrutturazione della Chiesa di San Benedetto, nel Comune di Barrafranca. Sequestrata pure la documentazione che riguarda le scuole «Ansaldi» di Centuripe ( Enna), «Luigi Pirandello» di Villadoro (Nicosia), «Piraino» di Casteldaccia e «La Pira» di Sant'Alfio (Catania).

L’indagine chiamata «Cuci e scuci», su corruzione, falso in atti pubblici e truffa aggravata ai danni dello Stato, riguarda diversi pubblici ufficiali in servizio nel provveditorato interregionale alle opere pubbliche a Palermo: gli ingegneri Carlo Amato, Claudio Monte, Franco Barberi e il geometra e geologo Antonio Casella sono agli arresti domiciliari. L’architetto Antonino Turriciano e l'assistente geometra Fabrizio Muzzicato sono sottoposti alla misura della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio per la durata di 12 mesi.

Inoltre, il provvedimento cautelare prevede la misura del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi a carico di 8 imprenditori, titolari di altrettante imprese operanti nel settore edilizio e con sede nella provincia di Palermo, Enna, Messina, Agrigento.

Gli imprenditori che non potranno contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi sono Giuseppe Messina, nato ad Enna, di 67 anni; Filippo Messina, nato ad Enna, di 41 anni, Ignazio Spinella, nato a Marineo, 44 anni, Lorenzo Chiofalo, nato a Nardò (Le), 50 anni, Tommaso D’Alessandro, nato a Bagheria (Pa) di 55 anni, Giuseppe Giovanni Tunno, nato a Canicattì (Ag) di 55 anni; Franco Vaiana, nato a Palazzo Adriano (Pa) 80 anni, Giuseppe Pinto Vraca, nato a Castel'Umberto (Me) di 67 anni.

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