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Mafia, confisca da 25 milioni al "re" del gioco di Vittoria

Beni per 25 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di finanza di Catania a Rosario D’Agosto, 66 anni di Vittoria, personaggio ritenuto contiguo a Cosa nostra catanese dopo un’iniziale affiliazione alla Stidda.

Interessati dal provvedimento 58 unità immobiliari (appartamenti, garage, magazzini, attività commerciali e terreni) tra Vittoria e Ragusa, tra cui una villetta sul mare nella frazione di Scoglitti; 6 unità immobiliari (3 appartamenti con annessi garage) ubicate in provincia di Varese, in particolare nei comuni di Caravate e Cocquio-Trevisago; 4 autovetture.

Il patrimonio illecito risultato nella disponibilità, anche indiretta, di Rosario D’Agosta, secondo i finanzieri, deriva dalla posizione di monopolio acquisita nel territorio vittoriese, fin dagli anni Novanta, nella gestione della commercializzazione e installazione degli apparecchi da gioco truccati, settore lucroso storicamente gestito dalle organizzazioni criminali anche per la implicita possibilità di riciclare denaro sporco.

D’Agosta è stato condannato in primo grado, nel 2015, a 5 anni di reclusione per le lesioni (inizialmente qualificate come tentato omicidio) commesse nel 2009 a danno di Giuseppe Doilo (appartenente alla Stidda).

L’illecita attività condotta per decenni è testimoniata anche dall’esito di diversi controlli amministrativi che hanno portato al sequestro di numerosissime macchinette illegali con conseguente revoca delle licenze per la gestione degli apparecchi da gioco. Tuttavia, l’imprenditore vittoriese ha continuato a permanere nel settore attraverso la creazione di società le cui quote, anche per evitare l’applicazione delle misure di prevenzione antimafia, venivano affidate al figlio e alla figlia della convivente.

Le indagini patrimoniali dei militari del Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania hanno abbracciato l’arco temporale che va dal 1991 al 2015. I complessi accertamenti di polizia economico-finanziaria, supportati anche da convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia, hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati dal nucleo familiare di D’Agosta e le acquisizioni immobiliari realizzate nel medesimo periodo. Inoltre, in 12 annualità, su 25 monitorate, la famiglia D’Agosta non ha dichiarato alcun reddito al fisco.

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