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Approdi a Messina, dragaggio paralizzato da settimane: sabato si comincia

Una telenovela, una vicenda sul filo dell'assurdo, quella del dragaggio degli approdi d'emergenza a Messina. Non c'è un cospiratore anzi sabato arriverà il lieto fine, però anche stavolta la telenovela dell'assurdo - quello della burocrazia siciliana - è stata cucinata e servita.

Sono trascorsi quasi due mesi dall'ultimo insabbiamento, circa 9.000 metri cubi di ghiaia ed ancora si attende il dragaggio. Peraltro l'isola protesa verso il centro del bacino è stata rinfoltita dalla sciroccata di Pasqua. Altri 4.000 metri cubi, per un totale di 13.000 tonnellate. Con il conseguente divieto di manovra contemporanea di 2 navi.

Ma perché, ci si interrogava, la società concessionaria degli approdi, la Comet non ha ancora provveduto a liberare il mini porto? Perché ancora una volta devono passare due mesi o giù di lì per intervenire visto che si tratta di lavori (sempre uguali) di pochi giorni? Le ragioni per cui ciò sia ancora possibile, come chiarisce il dirigente tecnico dell'Authority, Massimiliano Maccarone, non dipendono dalla società che eroga i servizi ai tre armatori (Caronte&Tourist, Rfi e Meridiano). Bensì dall'ennesima combinazione di normative rigide, burocrazie inflessibili e fattori casuali che caratterizza spesso il dragaggio degli approdi, e si spera finisca per sempre quando sorgerà e andrà gestito il grande porto.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud - edizione di Messina in edicola. 

 

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