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Trovato al bar anche se risultava incapace di uscire da casa, condannato a Messina

Tribunale di Messina

Il 65enne Ferdinando Oddamo, nato a Santa Eufemia d’Aspromonte ma residente a Messina, finito sotto inchiesta per truffa in erogazioni pubbliche, falsa perizia, falso, e frode processuale, è stato condannato dal giudice monocratico Rita Sergi a 2 anni e 2 mesi di reclusione. Disposta altresì la confisca delle somme sequestrate.

Gli investigatori della Digos lo hanno seguito per mesi, al bar e mentre faceva compere. Poi gli hanno notificato un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip Tiziana Leanza, su richiesta del sostituto procuratore Stefania La Rosa, per quasi 130mila euro, denaro da restituire all’Inps per averlo percepito indebitamente. Il decreto, visto che fino al 2010 i reati sono prescritti, riguardava le somme ottenute «dal giugno 2010 ad oggi». Oddamo non avrebbe potuto nemmeno uscire di casa per gravissime problematiche legate allo stato mentale («... un quadro di grave compromissione delle condizioni fisiche tale da limitarne in modo pressoché totale l’autonomia di movimento e di pensiero»).

In realtà, alle indagini della Digos sarebbe emersa «... la piena capacità dell’indagato ad attendere alle normali occupazioni quotidiane, si da indurre a ritenere la sussistenza di gravi indizi di responsabilità in ordine all’artificiosa immutazione del suo effettivo stato di salute al fine di conseguire indebitamente le prestazioni previdenziali di cui allo stato gode».

E dall’esito dei controlli effettuati dalla Pg, sembrava «tenere una regolare, se non intensa, vita di relazione, in aperto contrasto con gli esiti degli accertamenti medici cui è stato nel tempo sottoposto».

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