Domenica 28 Aprile 2024

Bancarotta, sequestrati 7 centri commerciali gestiti da cinesi a Palermo e in provincia

La procura della Repubblica di Termini Imerese ha emesso un provvedimento di sequestro preventivo d’urgenza, affidato per l’esecuzione ai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo, di 5 società e relativi complessi aziendali, con 7 centri commerciali, per un valore di circa 8 milioni di euro, operanti nel settore della grande distribuzione con punti vendita ubicati in diverse città della Sicilia, nonchè il sequestro «per equivalente» per un importo complessivo di circa 2,5 milioni di euro. Si contestano i reati di bancarotta fraudolenta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e auto-riciclaggio. Le indagini affidate alle Fiamme Gialle palermitane sono scattate a seguito del fallimento di una nota catena operante nel settore dell’abbigliamento e altri prodotti non alimentari, con sede a Bagheria, gestita e posseduta da una famiglia di origine cinese, che aveva prodotto nel tempo un volume di fatturato pari a diversi milioni di euro. I finanzieri hanno ricostruito la galassia societaria facente capo ai proprietari dell’impresa fallita che, attraverso sistematiche e pianificate distrazioni patrimoniali, avevano di fatto sostituito l’impresa in decozione con società neo-costituite, in tal modo continuando a operare senza interruzioni. Grazie a tale meccanismo, gli indagati - accompagnando al fallimento la società originaria - sono riusciti a sottrarsi al pagamento dei debiti maturati nel tempo nei confronti di fornitori, dell’Erario e di alcuni dipendenti, nonchè a schermare la formale proprietà dei beni facenti parte del complesso aziendale della società fallita, impedendone così l’aggressione da parte dei creditori. L’esecuzione d’urgenza del sequestro preventivo è stata motivata dalla necessità di interrompere le condotte distrattive e il tentativo di ostacolare l’accertamento della provenienza delittuosa dei cespiti impiegati nelle nuove società, nonchè di cautelare i beni nella disponibilità degli indagati fino a concorrenza del profitto dei delitti commessi a danno dei creditori e, in particolare, dell’Erario.

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