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La Sea Watch prova a entrare a Lampedusa, bloccata a un miglio dal porto

Sea Watch

La Sea Watch ha provato ad entrare nel porto di Lampedusa ma è stata bloccata dalle autorità italiane. "Questa mattina - informa la portavoce della ong, Giorgia Linardi - la nave ha comunicato con le autorità informandole che erano trascorse ormai 24 ore dalla dichiarazione dello stato di necessità che la ha costretta all’ingresso nelle acque territoriali. Alle 14.16, non avendo ricevuto nessuna comunicazione o assistenza, ha proceduto verso il porto. Ma a circa un miglio le è stato intimato di spegnere i motori. La nave ora è ferma a un miglio dall’ingresso nel porto".

La Guardia di Finanza è salita a bordo della Sea Watch, alla quale aveva intimato di «spegnere i motori» a un miglio dall’ingresso del porto di Lampedusa. Lo riferiscono fonti dell’ong.

Graziano Delrio, Davide Faraone, Matteo Orfini, Nicola Fratoianni e Riccardo Magi sono saliti a bordo di un gommone, partito intorno alle 16 dal 'porto nuovo' di Lampedusa e diretto verso la Sea Watch, ferma ad un miglio dalla costa lampedusana. A bordo del mezzo anche giornalisti, cameramen e fotografi.

«Come il governo olandese ha affermato da tempo, comprendiamo le preoccupazioni dell’Italia e riconosciamo i suoi sforzi nel frenare la migrazione incontrollata verso l’Ue. È anche noto che il governo condivide le preoccupazioni riguardo alle azioni della Sea-Watch 3», ma mentre i Paesi Bassi si assumono la responsabilità sul fatto che la barca batte bandiera olandese, «ciò non significa che prenderemo anche i migranti». E’ quanto afferma il ministro olandese delle migrazioni, Ankie Broekers-Knol in risposta alle dichiarazioni di Matteo Salvini.

Il portavoce del ministro riferisce poi che «lunedì è stata ricevuta una lettera dal ministro Salvini e una risposta sarà preparata a breve». «Conosciamo la prospettiva dell’Italia e la valutazione
italiana delle azioni della Sea-Watch 3 - prosegue -. I canali diplomatici saranno utilizzati per la nostra risposta».

«Ieri ho deciso di varcare le acque territoriali italiane dopo avere atteso 14 giorni fuori. Non avevo scelta. Noi abbiamo chiesto un porto sicuro e per prima all’Italia perchè è il Paese più vicino. Lo abbiamo chiesto anche all’Olanda, Germania, Francia e Spagna. Non c'è una soluzione politica e tutte le richieste sono state negate». Così il comandante dell Sea Watch, Carola Rackete, che accoglie i giornalisti a bordo della nave, ferma ad un miglio dalla costa dell’isola. Sulla Sea Watch anche i parlamentari Graziano Delrio, Davide Faraone, Matteo Orfini e Nicola Fratoianni. «La situazione a bordo è critica soprattutto dal punto di vista psicologico e abbiamo diversi passeggeri che hanno un stress post traumatico: e quindi dobbiamo arrivare a terra al più presto. Abbiamo aspettato 24 ore le decisioni del governo italiano ma hanno solo controllato i documenti e non hanno fornito il porto sicuro. Ora - prosegue - a bordo c'è personale della Guardia costiera e della Guardia di finanza che hanno preso in carico le nostre richieste ci hanno detto che proveranno a risolvere la situazione. Spero nel supporto e nell’intervento dei parlamentari». I giornalisti - a gruppi di 5 - hanno incontrato brevemente i migranti salvati mentre il capitano della Sea Watch ha incontrato, lontano dalla stampa, la delegazione dei parlamentari.

«Non si gioca con la vita delle persone, i 42 migranti hanno bisogno di un porto sicuro, di sbarcare. Vedremo cosa succede, ma ci hanno promesso una soluzione rapida». Così il comandante della Sea Watch 3, Carola Rackete, parlando con i giornalisti a bordo della nave. «La situazione a bordo - ha aggiunto - è peggiorata, abbiamo gente che ha detto che si vuole buttare a mare, dobbiamo entrare in porto per prevenire i problemi. Abbiamo aspettato che il Governo si prendesse le sue responsabilità, ma finora hanno guardato i documenti senza darci risposte».

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