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Il "tesoro" all'estero di Francantonio Genovese, rinvii a giudizio per le violazioni fiscali

Francantonio Genovese

Si è conlcusa con la "cancellazione" del reato di riciclaggio e una serie di rinvii a giudizio, soltanto per le violazioni fiscali, l’udienza preliminare davanti al gup Monica Marino per il “tesoro” nascosto all’estero e poi importato in Italia dall’ex parlamentare nazionale ed ex sindaco di Messina Francantonio Genovese.

Un’indagine della Procura e della Guardia di Finanza che con il passare del tempo, negli anni scorsi, ha coinvolto oltre alla sua cerchia di familiari anche altre persone, e che è stata al centro di parecchie rogatorie internazionali. In ballo c'erano tra l’altro circa cento milioni di euro che furono sequestrati a corredo dell’inchiesta, e gli indagati eccellenti comparsi davanti al giudice oggi erano dieci, nove persone fisiche e una persona giuridica: Francantonio Genovese, il figlio Luigi Genovese, la sorella Rosalia Genovese, il nipote Marco Lampuri, il cognato Franco Rinaldi, la moglie Chiara Schirò e la cognata Elena Schirò, la società L&A Group srl, il notaio Stefano Paderni e Daniele Rizzo, un altro nipote di Genovese.

L'unico a scegliere il giudizio abbreviato è stato il notaio Paderni, per il quale la Procura, i pm Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti, ha chiesto la condanna a due anni e mezzo di reclusione. Dopo l'intevento del suo difensore, l'avvocato Alessandro Billè, il giudice ha rinviato per la decisione al 20 settembre prossimo.

Il gup Marino ha dichiarato il "non luogo a procedere", con la formula "perché il fatto non sussiste", per tutti e dieci gli imputati (e questo significa che la società L&A Group srl "esce" dal procedimento in via definitiva), in relazione al reato di riciclaggio. Era questa la tesi difensiva prospettata dagli avvocati Nino Favazzo e Maurizio Paniz.

Ha invece disposto il rinvio a giudizio di Francantonio Genovese, Luigi Genovese, Rosalia Genovese, Marco Lampuri, Franco Rinaldi, Chiara Schirò, Elena Schirò, Daniele Rizzo, per i reati legati alle violazioni ficali. Il processo inzierà il 20 marzo 2020 davanti al giudice monocratico della seconda sezione penale.

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