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Vittoria, suv su due bambini, il sopravvissuto a Messina: "Situazione drammatica"

Sono stabili, ma sempre drammatiche le condizioni del bambino travolto da un Suv mentre si trovava davanti casa a Vittoria, dove è morto il cuginetto. Da questa mattina il piccolo, che perso le gambe, quasi del tutto tranciate nel terribile impatto, è ricoverato prognosi riservata nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico di Messina dove è stato trasferito.

«La situazione nella sua drammatica gravità si è mantenuta stabile», spiega Antonino Levita, direttore sanitario del Policlinico. «Il bambino - aggiunge - è arrivato questa mattina ed è monitorato. E’ stato avviato un un percorso assistenziale per questo tipo di pazienti, abbiamo cercato di dare sostegno famiglia anche dal punto di vista psicologico, la situazione resta grave e la prognosi è riservata».

Rosario Greco, il 37enne arrestato per omicidio stradale, dopo aver falciato con il suo Suv, ubriaco e drogato, due cuginetti di 11 anni ieri sera a Vittoria, ha parentele pesanti. Di lui gli investigatori della Squadra mobile, dicono che ha «un’indole aggressiva», come dimostrerebbe il ritrovamento nell’auto di un manganello telescopico e di una mazza da baseball. Il suo precedente più rilevante è l’arresto che risale al 2012 effettuato da polizia a e carabinieri a seguito delle indagini scaturite nell’ambito dell’omicidio Nigito a Vittoria. Greco venne arrestato (e poi assolto) assieme ad altre persone con l’accusa di favoreggiamento personale.

Suo padre è ritenuto il re degli imballaggi a Vittoria. A fine gennaio era scattato il sequestro da 35 milioni, a carico di Emanuele 'Elio' Greco, 59 anni, già rinviato a giudizio per la sua partecipazione, dal 2012 al 2017, al clan Rinzivillo attivo nelle provincie di Caltanissetta e Ragusa. Pur non essendo mai stato condannato per 416 bis, l’uomo è accusato di avere acquisito, grazie all’alleanza con personaggi di spicco della Stidda (clan Carbonaro- Dominante), il controllo del mercato degli imballaggi destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria. Il profilo di pericolosità sociale di Greco, per gli inquirenti, si fonda su più condanne riportate negli anni '90 quando, insieme a complici, aveva costituito un gruppo armato specializzato in assalti a banche, portavalori e gioiellerie. Negli anni Duemila, la sua partecipazione all’associazione mafiosa - peraltro messa in evidenza da più collaboratori di giustizia - si è manifestata attraverso le nuove vesti di amministratore di realtà imprenditoriali, intento a spartirsi il mercato degli imballaggi del mercato di Vittoria stringendo affari con altri criminali attivi sul territorio. Un «cartello mafioso» avrebbe determinato, secondo chi indaga, un monopolio nel settore.

Tra i tre denunciati a piede libero, Angelo Ventura classe 1984, figlio di Giombattista Ventura: al momento è imputato in un processo scaturito dall’operazione 'Survivors' condotta dalla Dda di Catania con il supporto investigativo di polizia, Squadra Mobile e dei carabinieri che permise - secondo l’accusa - di accertare l’esistenza di un gruppo criminale riferibile alla stidda vittoriese. Le accuse vanno dalla associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata alle estorsioni, alla intestazione fittizia di beni. Ha diversi precedenti. Nella macchina anche Alfredo Sortino, che ha precedenti per droga, e Rosario Fiore.

Hanno assistito alla tragica morte dei figlio. Il Suv è piombato su Alessio D’Antonio, morto nell’impatto, e sul cuginetto ricoverato in fin di vita al Policlinico di Messina, davanti agli occhi dei genitori affacciati dalla palazzina di Vittoria, del tutto impotenti. «L'abbiamo visto piombare con l’auto e ce lo ha portato via. L’ho visto morire, non ho potuto fare nulla», dice distrutto nella camera mortuaria, il padre della piccola vittima, Alessandro D’Antonio. «Mio figlio era un bambino felice e pieno di passioni aggiunge. Non perdono l’assassino... che stia per sempre in galera». E la madre racconta le fasi drammatiche degli eventi e le sovviene un particolare: «Volevo chiamare i soccorsi, cercavo un telefonino e l’ho strappato dalle mani di un uomo che passava, solo dopo ho saputo che era l’assassino di mio figlio».

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