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Mafia ad Agrigento, inflitti oltre tre secoli di carcere

Il gup di Palermo, Marco Gaeta, ha deciso 35 condanne, per un totale di oltre tre secoli di carcere, e 19 assoluzioni, nell’ambito dell’inchiesta antimafia «Montagna», che il 22 gennaio del 2018 ha sgominato le nuove famiglie mafiose della provincia di Agrigento che avevano dato vita a nuovo mandamento, chiamato appunto «Montagna».

A dare un contributo deciso, dopo gli arresti, fu la collaborazione con la giustizia dell’ex capomafia di Favara, Giuseppe Quaranta, a sua volta condannato a otto anni di reclusione con il riconoscimento delle attenuanti speciali previste dalla legge sui pentiti. I pm della Dda avevano chiesto 54 condanne per oltre seicento anni di carcere. Le pene sono già ridotte di un terzo per effetto del rito abbreviato.

Nell’ambito della stessa inchiesta era stato arrestato e in seguito rinviato a giudizio il sindaco di San Biagio Platani, Santo Sabella, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Sabella, avrebbe stretto un patto elettorale con il boss del paese Giuseppe Nogara, che prevedeva uno scambio di favori. Il sindaco del Comune, che in seguito a questi fatti è stato sciolto dal Consiglio dei ministri, avrebbe garantito appalti e posti di lavoro per uomini vicini al boss che in cambio gli avrebbe dato sostegno elettorale per le amministrative del 2014.

Lo stesso Nogara, in questo stralcio, è stato condannato a 19 anni e quattro mesi di reclusione. La pena più alta, 20 anni di carcere, è stata inflitta al presunto capo del mandamento della montagna Francesco Fragapane, 39 anni, figlio dell’ex capo provinciale di cosa nostra agrigentina Salvatore. Diciassette anni, invece, sono stati inflitti al presunto boss di Sciacca Salvatore Di Ganci.

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