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In cenere i boschi della Sicilia, distrutti 356 ettari di vegetazione

Quasi 100 sfollati, decine di case danneggiate dalle fiamme, ettari di vegetazione distrutti e vigili del fuoco costretti a lavorare per ore per riuscire ad avere la meglio su roghi, ancora una volta, appiccati dall'uomo.

L'ennesimo racconto della Sicilia che brucia arriva dal Palermitano, dalla provincia di Trapani e da Catania. Come scrive la Gazzetta del Sud in edicola, il fuoco ha divorato boschi e macchia mediterranea a Monreale, Falsomiele, alle pendici delle colline nel quartiere Villagrazia. E ancora ad Altofonte, Cerda, Trappeto e Termini Imerese e Scopello.

La luce sinistra dei roghi ha illuminato la notte: da Palermo era ben visibile il fronte del fuoco che ha costretto a sgomberare decine di villette sopra Monreale, sul monte Caputo. I Canadair hanno effettuato lanci fino all'alba per spegnere gli ultimi focolai, mentre in città le fiamme sono arrivate a ridosso delle abitazioni.

«Gli incendi a Monreale e San Martino delle Scale sono certamente dolosi. Sono stati trovati quattro punti di fuoco distanti tra loro», denuncia Filippo Principato, dirigente generale del Corpo forestale della Regione. «È quanto meno sospetto - spiega - che attorno a Palermo, nello stesso momento, siano divampati diversi roghi. Alla luce di quanto stiamo accertando, pare ci sia stata una regia unica».

«Caro piromane, ti piace il fuoco? Vai all'inferno!», scrive su Facebook il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci. «Mi piacerebbe guardarli negli occhi e chiedere: perché date fuoco alla vita, perché volete distruggere la bellezza del nostro paesaggio? Poi prevale il senso di giustizia e penso che i piromani che, nella notte scorsa, hanno dolosamente appiccato focolai per il solo gusto di distruggere, andrebbero arrestati e buttata la chiave», aggiunge. Molto severe anche le parole del vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi.

Il sindaco della cittadina normanna, Alberto Arcidiacono, ha chiesto lo stato di calamità per le zone distrutte dal fuoco e pene severe per i piromani: «Abbiamo deciso per l'incolumità delle famiglie - dice - di spostarle dalle loro abitazioni e abbiamo messo a disposizione la scuola “Antonio Veneziano”. Siamo davanti a mani criminali, bisogna prenderne coscienza e mandare segnali forti».

E doloso sarebbe anche l'incendio scoppiato nella località balneare Trapanese di Scopello. Ne è certo Nicola Rizzo, sindaco di Castellammare del Golfo. «Sono stati individuati ben 5 punti diversi e distanti dai quali è partito il fuoco. Quel che è certo è che si tratta di una precisa volontà», dice.

L'evoluzione della situazione è stata seguita dal Comitato di sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Palermo, Antonella De Miro, che ha espresso parole di grande apprezzamento per la professionalità e la tempestività degli interventi dei Vigili del fuoco e della Forestale.

Il bilancio degli ultimi tre giorni di roghi in Sicilia è drammatico. «Sono andati a fuoco 356 ettari, di cui 198 di superficie boschiva - dice il governatore Musumeci - Il Corpo Forestale della Regione Siciliana ha fatto fronte a questa emergenza schierando sul campo 585 uomini e oltre 100 mezzi terrestri. In 72 ore sono stati impiegati, complessivamente, 25 mezzi aerei, tra elicotteri e Canadair, che hanno portato a termine 264 lanci».

Un vasto incendio di vegetazione e sterpaglie, in contrada San Giorgio a Catania, ha interessato ieri mattina per ore, anche una vasta area incolta in prossimità di via Fossa della Creta. Le fiamme hanno lambito diverse abitazioni. L'intervento di tre squadre di vigili del fuoco del comando provinciale di Catania e di due autobotti di rincalzo, hanno evitato. A Maletto un altro vasto incendio ha minacciato per ore il piccolo centro abitato.

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