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Messina, il "tesoro nascosto" di Genovese: condannato il notaio Paderni

C'è una prima sentenza per il “tesoro” nascosto all’estero e poi importato in Italia dall’ex parlamentare nazionale, ed ex sindaco di Messina, Francantonio Genovese. Il gup del tribunale di Messina Monica Marino ha condannato questo pomeriggio in udienza preliminare, con il rito abbeviato, ad un anno (pena sospesa) il notaio Stefano Paderni.

Il gup lo ha però assolto da ben altri dieci capi d'imputazione iniziali, condannandolo soltanto per una ipotesi relativa ad una assemblea della L&A ex Gefin, per un'ipotesi di "sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte", realizzata secondo l'accusa mediante la mancata sottoscrizione dell'aumento di capitale da parte di Genovese, da lui fatta come notaio verbalizzante.

Secondo l'accusa, i pm Fabrizio Monaco e Antonio Carchietti avevano chiesto una pena più pesante, a 2 anni e 6 mesi, sarebbe dovuto intervenire nel contesto della verbalizzazione. Mentre per la difesa, rappresentata dall'avvocato Alessandro Billè, in qualità di notaio aveva l'obbligo di verbalizzare soltanto quanto accadeva durante l'assemblea.

La sentenza è arrivata nel giorno in cui si attende la lettura del dispositivo del processo "Corsi d'oro 2", sulla formazione professionale, che coinvolge Genovese e molti altri imputati.

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