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Ragazzi scomparsi nel Palermitano oltre 27 anni fa, due indagati: caso riaperto

Mariano Farina e Salvatore Colletta

A ventisette anni e mezzo dalla scomparsa, confezioni di merendine che potrebbero essere riconducibili a Mariano Farina, di 12 anni, e a Salvatore Colletta, di 15, scomparsi a Casteldaccia (Palermo) il 31 marzo 1992, sono state ritrovate in una casa di via Schettino, nel paese dell'hinterland del capoluogo siciliano. La Dda di Palermo farà analizzare gli involucri di plastica e per questo sono finiti sotto indagine i due possessori dell'abitazione e della cisterna, da anni secca, in cui i reperti sono stati rinvenuti su indicazione di uno o più collaboratori di giustizia.

Il più giovane dei due indagati è un ex amichetto dei due adolescenti, Vincenzo Rosselli, 14 anni all'epoca e 40 oggi. L'altro è lo zio, Guido Rosselli, ma è sul primo che si appuntano le attenzioni dei carabinieri e del pm Francesca Mazzocco, che coordina l'inchiesta: perché dopo la ancor oggi misteriosa sparizione degli amici, Vincenzo venne sottoposto, da minorenne, a un procedimento penale per il furto di una barca. Un fatto di cui avrebbero dovuto rispondere pure Farina e Colletta, che erano irreperibili, e che si concluse con l'accertamento della responsabilità di Rosselli. Il ragazzino ottenne però il perdono giudiziale, possibile nel diritto minorile.

Viene fuori dunque tutto questo, quando sono passati troppi anni dai fatti: c'è comunque la necessità di sottoporre i materiali ritrovati - non biodegradabili e dunque ancora più o meno integri, ritenuti risalenti agli anni della scomparsa - a un accertamento irripetibile e per questo l'iscrizione nel registro degli indagati ha anche un profilo tecnico, quello di consentire a zio e nipote di nominare consulenti. I due hanno già incaricato l'avvocato Mario Bellavista di difenderli e parteciperanno anche alla verifica tecnica per mezzo di propri esperti. C'è poi l'aspetto sostanziale: come mai quei resti si trovavano proprio dentro la cisterna di una casa riferibile all'amico che fu tra gli ultimi a vedere Mariano e Salvatore? E come mai erano a casa di chi potrebbe avere fatto una ragazzata con i due spariti nel nulla, magari andando a rubare alle persone sbagliate?

I carabinieri non sono andati lì per caso, ma dietro la precisa indicazione di un pentito (nella zona ce ne sono diversi, che hanno iniziato a collaborare tra il 2017 e il 2018): dunque c'è chi sa come stanno le cose, visti i riscontri costituiti dal ritrovamento dei reperti. Ecco perché c'è la necessità di verificare una pista che potrebbe spiegare cosa ci sia dietro la più che probabile lupara bianca che inghiottì i due minorenni, verosimilmente assassinati per uno sgarbo a gente di rispetto o per avere visto troppo.

I familiari di Mariano Farina negli anni scorsi si sono trasferiti negli Stati Uniti, mentre i Colletta, che negli Usa erano vissuti per poi tornare in Sicilia nell'agosto del 1990, 19 mesi prima della scomparsa di Salvatore, hanno sempre chiesto giustizia e di non interrompere le indagini, conservando la speranza che i due adolescenti si fossero allontanati volontariamente e che possano essere ancor oggi in vita, chissà dove. Il loro legale, l'avvocato Giacomo Frazzitta, aveva detto di non credere alla pista mafiosa e aveva chiesto approfondimenti più ampi.

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