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Naufragio al largo di Lampedusa, recuperati 13 cadaveri di donne: 8 bambini fra i dispersi

I superstiti al porto di Lampedusa

Una strage di donne e bambini a una manciata di miglia da Lampedusa. Tredici le salme strappate al mare fino a questo momento dai soccorritori: tutte donne, alcune incinte, anche una ragazzina. Una sopravvissuta è stata trasferita a Palermo con sintomi di annegamento e sarebbe in coma. Secondo alcuni testimoni, tra i dispersi ci sarebbero anche 8 bambini e altre donne in gravidanza.

Una delle superstiti ha raccontato di avere perso la sorella più grande e la figlia di quest’ultima, di appena 8 mesi: chiede continuamente di loro. In oltre 50 erano a bordo, hanno raccontato i naufraghi, 22 quelli salvati nelle fasi concitate dei soccorsi da parte di Guardia costiera e Guardia di finanza, diventate tragiche, secondo le ricostruzioni, quando nella notte intorno alle 3, i migranti, in forte agitazione, complici anche le difficili condizioni meteo, si sono affollati su una parte del natante provocandone il ribaltamento a 6 miglia da terra.

«L'imbarcazione non era in condizioni di affrontare la traversata», ha spiegato il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, a Lampedusa per coordinare le indagini, «nessuno a bordo sembra avesse strumenti di soccorso individuali e in questi casi un salvagente ti salva la vita». Insomma, per Vella, in questa situazione, sono stati mandati a morte pressochè certa dai trafficanti di esseri umani.

«Sono stati molto bravi gli equipaggi che sono intervenuti», ha poi sottolineato, proseguendo: «Se solo le persone a bordo avessero avuto un giubbotto o soltanto un salvagente, sarebbero oggi vive». Parole che sono, dunque, un atto di accusa contro i mercanti di uomini e che sembrano spazzare via ogni dubbio sui soccorsi. Ha confermato che i superstiti - «ancora tutti sotto choc» - hanno raccontato che tra i tunisini e subsahariani vi erano molti bambini.

E mutano le ipotesi di reato dopo che sono stati sentiti i naufraghi e sono state inviate le informative di Guardia costiera e Fiamme gialle: in luogo di naufragio e omicidio plurimo colposo, emergono il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e la morte per conseguenza di altro reato. «Le ricerche continuano», ha assicurato il pm.

Amaro lo sfogo del sindaco Totò Martello: «Si continua a morire come prima e a speculare sui morti. Occorre individuare canali. Servono scelte concordate per impedire nuove tragedie». Mediterranea tuona: «In mare mancano sufficienti soccorsi: liberate le nostre navi bloccate in porto da provvedimenti assurdi e illegittimi, liberate l’umanità. Fatelo subito».

E 44 persone, tra cui un bimbo e un neonato sono state soccorse dalla spagnola Open Arms, che ha comunicato che Malta ha concesso un porto sicuro, e che ha denunciato «l'inazione» delle autorità, comprese quelle italiane, sul caso Lampedusa: «La nave avrebbe potuto essere d’aiuto se fosse stata coinvolta».

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