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Morto a Spadafora dopo il fermo dei carabinieri, l'ipotesi: "Delirio da eccitazione"

Una “Sindrome del delirio eccitato”. È questo il termine scientifico adoperato per spiegare, almeno nella prima fase dell'inchiesta, la morte di Enrico Lombardo. È il 42enne messinese deceduto tra venerdì e sabato a Spadafora dopo essere stato immobilizzato dai carabinieri, mentre era nei pressi dell'abitazione della ex compagna, in forte stato d'agitazione.

Nella giornata di mercoledì il prof. Asmundo, docente di Medicina legale all'Università di Messina, ha eseguito l'autopsia sul corpo dell'uomo su incarico della Procura, e dalle 14.30 è andato avanti con la dott. Daniela Sapienza fino alle 21.30, all'Obitorio del Policlinico. Un lungo esame perché si tratta di un caso molto complesso, in cui qualcuno vede agitarsi i fantasmi processuali del caso Cucchi, e su cui è necessario fare assoluta chiarezza.

Ed è altrettanto chiaro che circoscrivere tutto alla “Sindrome del delirio eccitato” è soltanto un'ipotesi preliminare, il quadro delle responsabilità potrebbe cambiare. Ma dalle prime risultanze dell'autopsia sembrerebbe avvalorarsi l'ipotesi di un cosiddetto “delirio da eccitazione” per spiegare la morte del povero Lombardo, una sorta di “esplosione” di una patologia che lo avrebbe portato alla fine prematura.

Ma c'è da considerare anche il fatto che da anni esiste un dibattito aperto, scientifico e non, su questa descrizione medica, secondo alcuni serve solo a “giustificare” il decesso “salvando” le forze dell'ordine che intervengono, basta citare le feroci polemiche sul caso Aldovrandi, o il caso Magherini.

Il procuratore aggiunto Vito Di Giorgio e i sostituti Antonio Carchietti e Alessandro Liprino, ovvero i tre magistrati che stanno seguendo il caso, avevano formulato una serie di quesiti al medico legale durante l'assegnazione della consulenza, per un'inchiesta che ancora oggi non registra iscrizioni nel registro degli indagati.

E le due domande di fondo sottese nei quesiti posti sono chiare, anche se sfumate in termini giuridici, sul fronte delle eventuali responsabilità: il comportamento dei medici del 118 che sono intervenuti in più fasi, prima alle 23 e poi intorno all'una, può aver causato la morte di Lombardo? Le modalità di immobilizzazione dei carabinieri possono aver causato la morte di Lombardo come fatto traumatico-costrittivo?

Le risposte a questo interrogativi arriveranno tra qualche settimana, quando il prof. Asmundo depositerà la sua consulenza in Procura. E visto che il caso è molto complesso eseguirà con i campioni di tessuti prelevati, tra l'altro, esami tossicologici, istologici, molecolari e biochimici (un indice della patologia potrebbe essere per esempio l'aumento della quantità di acidi nel sangue, n.d.r.).

Non sembra che sul corpo dell'uomo siano stati riscontrati segni gravi di «violenza traumatica», ci sono escoriazioni, anche «sangue alla testa», ma non sono state evidenziate fratture. Agli atti dell'inchiesta ci sono già le immagini di una telecamera di sorveglianza. I familiari del 42enne chiedono comunque di conoscere la verità. E i loro avvocati, Piero Pollicino e Giusy Gatto, sono decisi ad arrivarci, alla verità.

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