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Omicidio di mafia sul sagrato della chiesa a Gela nel 2015, tre arresti

Gela, foto da Wikipedia

Arrestati mandanti e autore materiale dell’omicidio del tassista Domenico Sequino, commesso a Gela il 17 dicembre 2015.

I carabinieri del Reparto Territoriale di Gela, nella cittadina del Nisseno, a Palermo e a Prato, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Caltanissetta su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di tre persone, accusate, in concorso, di omicidio aggravato commesso con modalità mafiose.

Le ordinanze di custodia cautelare sono state notificate a Nicola Liardo, gelese, 45 anni, al figlio Giuseppe, gelese di 22 anni, (entrambi già in carcere) e Salvatore Raniolo, 29 anni, gelese, genero di Nicola e cognato di Giuseppe, (che era ai domiciliari) accusati di omicidio aggravato. La vittima, il tassista Domenico Sequino, era ritenuto collegato al clan mafioso dei Rinzivillo e arrestato nel 2006 per associazione mafiosa, nell'ambito dell'operazione denominata "Tagli pregiati".

Inoltre le indagini hanno accertato che Sequino si era intromesso negli affari dei Liardo prendendo le difese, nel corso di una discussione con Giuseppe, di un imprenditore gelese, vittima di estorsione.

In particolare, i tre arrestati, ritenuti contigui al clan mafioso degli Emmanuello, sono gravemente indiziati del delitto commesso a colpi di pistola alle 19.45 del 17 dicembre di quattro anni fa, sul sagrato della chiesa madre di Gela.

Secondo le indagini, l’omicidio sarebbe maturato nell’ambito di contrasti di natura economica e per l’intromissione della vittima, legata alla famiglia mafiosa dei Rinzivillo, negli affari illeciti del gruppo rivale.

I dettagli dell’operazione verranno forniti nel corso di un incontro con la stampa che si terrà alle 9.30 nella Caserma «Guccione» di Caltanissetta.

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