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Racket sulla movida a Messina, i locali coinvolti e la denuncia di uno dei proprietari

“Una metodologia abbastanza, attuata al fine di raggiungere il fine criminale”: con queste parole il questore Vito Calvino ha commentato gli esiti dell'Operazione “Flower”, che ha portato questa mattina all'arresto di dieci persone. Ancora la Movida (ma non solo) sotto la lente delle forze dell'ordine: “Siamo attivi sotto tutti i fronti, con provvedimenti come quelli dei giorni scorsi che hanno portato a chiusure dei locali e sanzioni amministrative, così come sul monitoraggio del malaffare sotteso finalizzato alla realizzazione di profitti. In questo caso, ci siamo trovati di fronte ad un gruppo criminale agguerrito e pericoloso, che si è distinto per aver compiuto fatti gravi e svariati. Generando danni economici alle vittime”.

L'allarme è scattato lo scorso 28 giugno 2019 con la denuncia del proprietario di un noto locale estivo, il M'Ama. Ma il meccanismo attuato si sarebbe esteso ad altri ritrovi, come Palcò, Officina e Golden Beach. Il “sistema” prevedeva un doppio binario: il gestore avrebbe dovuto garantire lavoro ad alcuni addetti alla sicurezza e al contempo riconoscere una cifra a titolo di “riconoscimento”, in cambio della garanzia che all'interno e all'esterno della discoteca non accadessero risse. Estorsione, in sostanza. “Il nome dell'operazione nasce dal fiore che veniva donato come simbolo dell'esborso per garantirsi la copertura”, ha spiegato il capo della Squadra Mobile, Antonio Sfameni.

Non è quantificabile il giro complessivo di denaro trasferito in questo meccanismo, ma a parte le assunzioni retribuite di Domenico Mazzitello e Vincenzo Gangemi, veniva corrisposta una cifra tra i 250 e i 600 euro, in base al periodo dell'anno e soprattutto alla produttività (numero di serata organizzate) del locale. Inizialmente i proprietari pensavano di potere gestire le richieste pressanti del gruppo, avevano pensato più volte di denunciare desistendo poi per timore di ripercussioni più gravi. Messi alle strette, avrebbero deciso di liberarsi della tenaglia.

Senza dimenticare le rapine, emerse dalle indagini. Quella al supermercato interno al Centro Commerciale Maregrosso (tra i 12 e i 14 mila euro di bottino) e quella alla Sala scommesse della zona sud della città (sottratte 3 mila euro). La polizia, con il coordinamento della Dda, ha ricostruito tutto: spostamenti di borsoni, abiti, armi. Investigazione con l'ascolto delle persone offese. “L'indagine è stata breve ma intensa”, ha aggiunto Sframeni.

Tutti i dettagli domani in edicola nell'edizione cartacea di Gazzetta del Sud.

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