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Fabbrica di botti esplosa a Barcellona, indagati i proprietari delle due ditte

Un’inchiesta complessa, in cui vanno definiti molti aspetti, anche quelli che nella immediatezza apparivano chiari. La certezza è data dal dramma rappresentato dalla perdita di cinque vite.

Prime iscrizioni nel registro degli indagati per l’esplosione nella fabbrica di fuochi d’artificio della ditta Costa, di mercoledì pomeriggio, in contrada Femminamorta di Barcellona. Si tratta di Vito Costa, titolare della fabbrica di fuochi di artificio e che nell'esplosione ha perso la moglie, e Corrado Bagnato, titolare della ditta che stava eseguendo dei lavori di messa in sicurezza nella fabbrica. L'iscrizione è un atto dovuto anche per fare in modo che gli indagati nominino periti di parte per gli atti irripetibili come l'autopsia sulle vittime.

La Procura della Repubblica di Barcellona, retta da Emanuele Crescenti, ha intanto deciso di bloccare la restituzione di due delle cinque salme alle famiglie: su tutte sarà effettuata l’autopsia, al Policlinico universitario di Messina, a partire da lunedì.

In via parallela saranno completati gli esami sul DNA delle 5 vittime: Venera Mazzeo, Mohamed Taeher Mannai, Vito Mazzeo, Giovanni Testaverde e Fortunato Porcino.

Incarico per l’esecuzione dell’esame autoptico è stato conferito alla dottoressa Elvira Ventura Spagnolo. Maggiori particolari domani sull’edizione cartacea della Gazzetta del Sud.

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