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Corruzione all'Anas di Catania, tangenti per i lavori nelle strade: 9 arresti

Nove persone sono state arrestate dalla Guardia di Finanza di Catania con l’accusa di corruzione perpetrata nell’esecuzione di lavori di rifacimento delle strade affidati all’Anas Spa (Area Compartimentale di Catania), nella sostituzione di barriere incidentate e nella manutenzione del verde lungo le stesse arterie. I provvedimenti di oggi riguardano la terza misura restrittiva adottata dall’Autorità Giudiziaria, nell’ambito dell’Operazione 'Buche d’Orò, condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Catania che aveva già portato all’emissione di 9 misure cautelari e al controllo di appalti per milioni di euro.

Il provvedimento di oggi è la terza misura adottata dal Gip etneo, nell’ambito dell’operazione "Buche d’Oro» che ha già portato all’emissione di 9 misure restrittive, al controllo di appalti per 4 milioni di euro e all’individuazione di profitti criminali per 500 mila euro. I nuovi fatti corruttivi riguardano persone già raggiunti da precedenti misure cautelari (per l’Anas Riccardo Carmelo Contino, Giuseppe Panzica e Giuseppe Romano già ai domiciliari, destinatari oggi di analoga misura; per le imprese corruttrici, vi è Pietro Matteo Iacuzzo, rappresentante legale della «Isap srl» di Termini Imerese, già ai domiciliari e, da oggi, ristretto in carcere), si registra il coinvolgimento di ulteriori responsabili di corruzioni perpetrate nell’ultimo biennio: Giorgio Gugliotta, 45 anni, dipendente Anas, capo nucleo del Centro di manutenzione diretto dal geometra Contino; Amedeo Perna, 50 anni, dipendente della Ifir tecnologie stradali srl, con sede a Milano; Santo Orazio Torrisi, 62 anni, rappresentante legale della Sicilverde srl, con sede ad Aci S. Antonio (CT); Giuseppe Ciriacono, 51 anni, padre del rappresentante legale della Ital costruzioni group srl, con sede a Caltagirone (CT); Vincenzo Baiamonte, 63 anni, già dipendente della Safe roads srl, con sede a Misilmeri (PA). Baiamonte risulta, dal 2019, dipendente della Truscelli Salvatore srl, con sede a Caltanissetta. Truscelli, lo scorso 18 ottobre, era stato sottoposto ai domiciliari perché sorpreso dai finanzieri a consegnare, tra l’altro, negli uffici dell’Anas, una tangente di diecimila euro in contanti.

Figura anche un imprenditore napoletano, A.P., di 50 anni, tra i destinatari delle misure cautelari. All’imprenditore, difeso dall’avvocato Rosario Pagliuca, viene contestato il reato di corruzione. La misura cautelare del carcere gli è stata notificata all’alba dalla Guardia di Finanza di Caserta. L’imprenditore è stato condotto nel carcere napoletano di Poggioreale. È Amedeo Perna, 50 anni, della Irfis Tecnologie stradali srl, con sede a Milano, e che si occupa di costruzione di strade, autostrade e piste aeroportuali, il napoletano arrestato dalla guardia di finanza nell’ambito dell’inchiesta 'Buche d’orò per presunti casi di corruzione all’Anas di Catania. Il faro della Procura distrettuale di Catania, nel suo caso, è stato acceso sui lavori di 'manutenzione ordinaria delle opere di sicurezza lungo le SS 114 Orientale Sicula, 194 Ragusana, 114dir Costa Saracena e 193 di Augusta per la sostituzione di barriere incidentate o inadeguate.

Il lavoro era stato aggiudicato con un ribasso del 25% per 150 mila euro, iniziato nell’aprile 2018 e si è concluso nel febbraio 2019. Nella circostanza, i funzionari Anas corrotti favorivano la registrazione in contabilità della sostituzione di barriere mai avvenuta. Questo, secondo quanto ricostruito dagli stessi pubblici ufficiali, alcuni dei quali stanno collaborando, poteva avvenire in quanto vi sarebbero state barriere di sicurezza in buone condizioni che non andavano sostituite. Il risparmio di costi a vantaggio dell’azienda aggiudicatrice era di circa 90.000 euro che avrebbero fruttato ai 3 funzionari una 'tangente' di 30.000 euro. L’accordo però, per difficoltà dell’impresa coinvolta, non si concretizzava nella sua interezza, ma con il solo pagamento di 5.000 euro. A 'garanzia' della Ifir sarebbe intervenuto un altro imprenditore per 'assicurare' ai funzionari Anas l’integrale versamento della 'mazzetta'. Quest’intervento permetteva all’impresa corruttrice di portare fino al termine il suo progetto illecito pur non essendo poi in grado di assolvere all’impegno di pagare l’intera tangente pattuita di 30 mila euro.

"Stamane abbiamo dovuto prendere atto, con amarezza, di come l’inchiesta sulla presunta corruzione in Anas non si sia ancora fermata. Vogliamo rivolgere un nuovo attestato di merito alla magistratura, impegnata nel portare alla luce vicende e dinamiche che non fanno bene né all’immagine dell’azienda di Stato, né tantomeno all’imprenditoria del settore. Siamo davanti, purtroppo, a fatti che rallentano o rischiano addirittura di annullare gli sforzi che stiamo mettendo in campo in Sicilia tramite consistenti investimenti pubblici. E parimenti è triste vedere come il caso "Buche d’oro» abbia macchiato anche grandi iniziative come il Giro d’Italia, una vetrina sportiva e turistica che era servita anche a riqualificare significative arterie secondarie", dichiara l'assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone. "A questo punto, davanti agli ultimi avvenimenti - prosegue l'assessore - il governo Musumeci chiederà il commissariamento di alcune opere che sono strategiche per la Sicilia, al fine di aumentare i livelli di trasparenza, celerità ed efficacia degli interventi".

"Vi è un retrogusto molto amaro. Non vi sono stati soggetti che hanno dall’interno segnalato i fatti nonostante le leggi che consentono l’anonimato, non vi sono state stazioni appaltanti che dovevano controllare che abbiano esercitato questi controllo». Così il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sulla terza tranche dell’inchiesta 'Buche d’orò per corruzione all’Anas di Catania su indagini del nucleo Pef della guardia di finanza. "Non vi è dubbio che al di là della sistematica violazione da parte di tutti i vertici dell’area compartimentale di Catania - aggiunge il procuratore - vi è anche una maggiore responsabilità delle stazioni appaltanti perché, quantomeno, l'anomalia dei ribassi avrebbe dovuto indurre a dei maggiori controlli. Questi episodi hanno fatto in modo che Anas sia intervenuta in maniera decisa: bonificando e azzerando l’area dei vertici dell’area compartimentale di Catania. Li hanno sistematicamente sostituiti con persone che in gran parte vengono da fuori così come noi auspicavamo e che sembrano in grado di poter iniziare un nuovo corso a Catania. Amarezza tanta - ha sottolineato Zuccaro - ma la constatazione che c'è la volontà di cambiare". "Il Paese - ha osservato il procuratore di Catania - non può più tollerare questa sistematica spoliazione delle poche risorse pubbliche per avere dei lavori che non soltanto sono fatti male, ma che espongono al rischio la sicurezza degli utenti".

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