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Gli affari della mafia nel settore immobiliare, blitz a Catania: 9 arresti e sequestri da 12 milioni

Blitz antimafia contro cosa nostra dei carabinieri del Ros di Catania che stanno arrestando nove persone e sequestrando società e beni mobili per 12,6 milioni di euro.

Al centro del provvedimento restrittivo emesso dal Gip, su richiesta della Dda della locale Procura, un’indagine sugli investimenti immobiliari eseguiti negli anni '90 direttamente dallo storico boss ergastolano Benedetto Santapaola, da Aldo Ercolano, di 58 anni, da Francesco Mangion e da Giuseppe Cesarotti.

In carcere sono finiti Giuseppe Cesarotti, 74 anni di Catania, e il figlio Salvatore, 54 anni; Orazio Di Grazia, 37 anni di Giarre;  Francesco Antonino Geremia, 59 anni; Giuseppe Mangion, detto Enzo, 60 anni; Armando Pulvirenti, 64 anni; Cateno Russo, 38 anni di Acireale. Disposti gli arresti domiciliari per Mario Palermo, 75 anni di Linguaglossa; Vincenzo Pulvirenti, 67 anni.

I reati contestati a vario titolo agli indagati, che sono destinatari di ordinanza in carcere e agli arresti domiciliari, sono associazione mafiosa, concorso esterno all’associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio, trasferimento fraudolento di valori e illecita concorrenza con minaccia.

Al centro dell’inchiesta le attività della famiglia Cesarotti considerata legata da decenni a cosa nostra etnea che si occupava di procurare soldi di è «nell’altra vita» (il boss deceduto Francesco Mangione) di coloro che invece «sono sepolti vivi» (gli ergastolani Benedetto Santapaola e Aldo Ercolano). Indagini che partono da lontano, da investimenti in lire, con una base di avvio di 2 miliardi che oggi hanno portato al sequestro di beni per 12,6 milioni di euro.

Sigilli sono stati posti a beni immobili gestiti da Cesarotti attraverso la Co.Invest srl, comprese 21 villette a Marina di Gioiosa e società. Tra queste la Tropical agricola srl, la Lt Logistica e trasporti srl e la G.R. transport logistic srl.
Quest’ultime due operano nel settore deposito ferroviario e trasporto merci e, sottolinea la Dda della Procura di Catania, con «minacce ed intimidazioni» avrebbe avuto «una situazione di sostanziale monopolio per le merci inviate a Catania dalla società Mercitalia Logistic Spa intervenivano sia nei confronti di questi ultimi che dei titolari di aziende operanti nel settore dei trasporti».

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