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Frase sui contadini, presidi contro la collega del Seguenza di Messina: "Parole pesanti"

Lidia Leonardi

Dirigenti scolastici e studenti degli istituti professionali di Messina intervengono dopo le dichiarazioni della preside del liceo "Seguenza" criticando le parole della dirigente Lilia Leonardi stigmatizzando ogni atteggiamento e comportamento che classifichi gli studenti in base alla scuola frequentata o all'estrazione sociale.

"Come dirigente scolastico dell'Antonello, un istituto professionale in area a rischio, prendo fermamente le distanze dalle dichiarazioni della collega del Seguenza - ha commentato la professoressa Laura Tringali - sento forte il disagio delle parole pronunciate che sono pesanti come pietre. Venire da scuole di montagna, essere figli di contadini o frequentare un professionale non sono motivi di demerito o di fallimento. Come dirigente mi sento rammaricata e avvilita perché il nostro ruolo non è di potere, ma di coordinamento. Noi siamo accanto ai nostri alunni, alle loro famiglie e al personale, non siamo sopra e quella scena dal balconcino del Seguenza per noi dirigenti di istituti professionali è stata una fitta al cuore".

Ad intervenire sulla vicenda definendosi "orgogliosamente professionali" sono stati anche i “ragazzi del Majorana” (associati all'istituto "Verona Trento") e la loro preside Simonetta Di Prima che ha commentato "nonostante le evidenti problematiche di natura familiare o sociale, sono sempre pronti a stupirci, ovviando a tali mancanze con desiderio e volontà di affermarsi, contro ogni tipo di pensiero di carattere provinciale, tipico del messinese, che classifica le persone in base  all’estrazione sociale, al portafogli, e al titolo di studio posseduto, senza ricordare l’importanza “dell’essere” e non “dell’ apparire”, del “saper fare” e non del “mero conoscere”.

I nostri obiettivi non sono solo puramente didattici, ma principalmente volti alla formazione di individui consapevoli di essere in grado di poter raggiungere ogni traguardo, nonostante le difficoltà oggettive a cui la vita li ha talvolta sottoposti. Le opportunità perdute, per loro, sono punti di partenza e non di arrivo, che evidenziano grande dignità e volontà di riscatto".

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