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Omicidio al Cep di Palermo, fermato lo zio della vittima: il carpentiere colpito per sbaglio

Il luogo dell'omicidio

C'è un fermo per l’omicidio di Francesco Paolo Lombardino, il quarantasettenne incensurato palermitano ucciso con un colpo di pistola la notte tra il 26 e il 27 dicembre.

Si tratterebbe di un parente di Lombardino, lo zio, che a breve lascerà gli uffici della Squadra Mobile in piazza Vittoria per essere trasferito in carcere.

Il movente sarebbe legato a questioni di droga, cui la vittima era del tutto estranea. Sarebbe stata una discussione accesa tra il parente un altro soggetto per lo stupefacente, culminata poi nella sparatoria, in cui Lombardino è stato colpito per sbaglio.

La Squadra mobile di Palermo guidata da Rodolfo Ruperti - la sezione omicidi in particolare - ha lavorato senza sosta per delineare i contorni di una vicenda in cui troppi particolari non tornavano. A partire dalle versioni omissive dei tanti parenti sentiti, al trasporto e all’abbandono di Lombardino in ospedale. A coordinare le indagini il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Amelia Luise.

Secondo quanto emerso dall'autopsia, Lombardino poteva essere salvato. Fatale per la vittima sarebbe stata la decisione dei parenti di non chiamare il 118 e di trasportare direttamente l’uomo in ospedale con l'obiettivo di depistare le indagini della polizia.

Il carpentiere, secondo la ricostruzione della squadra mobile, era sceso da casa per dare la caccia, assieme ad altri parenti, a Carmelo Testagrossa, un piccolo pusher che era andato sotto casa di Giuseppe Lombardino urlando e tirando pietre e bottiglie dopo che 24 ore prima era stato ferito con due coltellate. Per quel ferimento Testagrossa non era andato in ospedale né tanto meno aveva denunciato il suo aggressore.

Nonostante depistaggi e omertà dei parenti della vittima, gli agenti della omicidi della squadra mobile ieri sera sono riusciti ad arrivare in casa di un altro uomo accusato di spaccio: un’abitazione del Cep dove
Lombardino aveva trovato rifugio. Attorno allo zio i parenti avevano creato una cortina di protezione per evitare che i poliziotti arrivassero a chi aveva esploso il colpo d’arma da fuoco che ha ucciso il carpentiere.

Giuseppe Lombardino ha sparato sbagliando bersaglio, e invece di colpire il pusher cui stava dando la caccia, il proiettile ha centrato la gamba del nipote.  A quel punto anziché chiamare il 118, la famiglia ha deciso di portarlo in ospedale Cervello con l’auto della sorella della vittima, raccontando ai poliziotti che ad accompagnare Francesco Paolo era stato un passante.

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