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Policlinico di Messina, paziente di Milazzo dona gli organi dopo la morte e salva 6 vite

Stefano La Spada

Il nuovo anno è iniziato con un'intensa attività per il Policlinico universitario "G. Martino" di Messina, dove un nuovo prelievo multiorgano ha riacceso la speranza per 6 pazienti, grazie anche all'applicazione di una tecnica innovativa per preservare in particolare il cuore.

Il donatore, Stefano La Spada di 53 anni, residente a Milazzo e ricoverato il giorno di Natale per una patologia cerebrale insidiosa ed inesorabilmente fatale, ha testimoniato con una scelta fortemente voluta e precedentemente manifestata ai familiari il grande valore della solidarietà.

La moglie e i figli con orgoglio hanno mostrato un tesserino che il loro congiunto portava sempre con sé, nel quale si dichiarava la volontà di donare i propri organi dopo la morte.

Tutto il personale del reparto di Rianimazione è stato impegnato nella lunga e delicata fase dell'accertamento della morte encefalica e delle complesse attività di mantenimento del donatore che in questo caso si sono protratte per molte ore per consentire alle équipe di prelievo di raggiungere le sale operatorie del Policlinico.

La complessa macchina organizzativa, guidata dal coordinamento per la donazione ed i trapianti d'organo del Policlinico di cui è responsabile Francesco Puliatti, ha intersecato l'attività di numerose unità operative aziendali - tra le quali l'Utic, la Radiologia, la Neurologia, la Medicina legale, la Patologia clinica, la Microbiologia, la Virologia - al fine di consentire la valutazione dell'idoneità al prelievo e la sicurezza dei pazienti destinati a ricevere il grande dono che questa famiglia milazzese ha fatto loro.

Sono stati così prelevati: il fegato che è stato trapiantato a Verona; un rene trapiantato ad un paziente del Policlinico di Catania; il secondo rene è stato inviato al Policlinico di Roma; il cuore che è stato trasferito a Udine per un intervento in emergenza per un paziente ormai in fini di vita.

Proprio in questo caso è stata utilizzata una particolare attrezzatura che ha consentito all'organo di continuare a battere, andando oltre la prevista soglia delle due ore e permettendo il lungo trasferimento. Le cornee sono state prelevate dagli oculisti del Policlinico e inviate alla Banca degli occhi di Mestre.

"Il nuovo anno - afferma il direttore generale dell'Ospedale universitario, Giuseppe Laganga - si apre sulla scia di quanto registrato negli ultimi mesi del 2019, quando l'inaugurazione del nuovo reparto di Rianimazione (intitolato a Nicholas Green) ha dato un forte impulso alle donazioni. Nel contempo, abbiamo intensificato le azioni di promozione e le sinergie con associazioni di volontariato ed enti, proprio per implementare la cultura della donazione. I risultati si sono visti immediatamente, tanto che da ottobre scorso si sono registrati 10 accertamenti e 5 donazioni multiorgano, sostanzialmente raddoppiando i dati dei primi 9 mesi del 2019".

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