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Coronavirus, a Messina Papardo centro di riferimento: psicosi e paura per lo stop ai voli dalla Cina

Nessun allarme specifico ma un innalzamento dei livelli di attenzione, una psicosi che serpeggia anche fra i più giovani e risvolti negativi anche dal punto di vista economico. Ecco l’”effetto coronavirus” cui la Gazzetta del Sud in edicola dedica oggi uno speciale.

Impennata nella vendita delle mascherine, dunque, perché anche a Messina molte farmacie sono state prese d'assalto rimanendo sprovviste per l'incontrollata e inconsueta. Una psicosi da coronavirus, secondo la maggior parte degli esperti immotivata: ma da Roma alla Regione e a cascata negli enti locali si sta cercando di farsi trovare pronti se si dovessero registrarsi casi. «In città la struttura di riferimento è il Papardo», nello specifico l'unità “Malattie infettive”. Dice Lorenzo Mondello, che sino a poco tempo fa la dirigeva.

Attivo comunque anche il presidio del Policlinico, che vanta tre posti in isolamento a pressione negativa. Tutti i presidi Asp, invece, sono stati dotati di mascherine di ultima generazione Ffp3 ed è stato disposto l'uso di guanti e tute da usare nell'eventualità di casi sospetti. Ma fin qui, è giusto, sottolinearlo, non vi è stato alcun allarme.

Psicosi anche a Sant’Agata Militello, all’istituto comprensivo Marconi: la dirigente dell’istituto, Giusy De Luca, si è trovata a fronteggiare la richiesta di applicazione di misure straordinarie proveniente da un gruppo di genitori, per la presenza in una delle classi di un alunno di origini asiatiche.

Sul fronte economico i primi contraccolpi sono arrivati a Taormina. Diversi turisti orientali avevano raggiunto in questo inverno la Perla dello Ionio, animando la città proprio quando solitamente la cittadina va “in letargo” ma il blocco imposto dal governo italiano per i voli da e per la Cina andrà ad incidere sulle prospettive del turismo e dell'economia.

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