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Blitz sui Nebrodi, interdittiva antimafia al ristorante "La Quercia" di Brolo

Pericolo concreto e costante di infiltrazioni mafiose. E soprattutto un chiaro coinvolgimento, nelle recenti dinamiche dei clan, del suo “gestore di fatto”, Giuseppe Condipodero Marchetta, una “vecchia conoscenza”, arrestato nella maxioperazione antimafia “Nebrodi” dello scorso 15 gennaio.

Sono sostanzialmente questi - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola - i motivi per i quali il prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi, dopo una lunga e articolata istruttoria dei suoi funzionari, ha adottato un provvedimento di “interdittiva antimafia” nei confronti del ristorante “La Quercia” di Brolo, che di fatto chiude quindi per adesso la propria attività.

Il provvedimento prefettizio, coperto dal massimo riserbo, è già stato trasmesso anche al sindaco di Brolo Giuseppe Laccoto per la sua esecuzione, e a tutti gli altri organi istituzionali previsti dalla normativa in materia, tra cui la Camera di commercio.

Il ristorante di via Vittorio Emanuele risulta formalmente gestito dalla cognata di Condipodero Marchetta, ma l’inchiesta “Nebrodi” ha dimostrato che era solo una prestanome.

Nella maxi ordinanza di custodia cautelare, ben 1775 pagine, dell’operazione Nebrodi, un capitolo il gip Salvatore Mastroeni lo ha dedicato proprio al ristorante brolese: «La Quercia, per la mafia di Tortorici, è la sala del consiglio di amministrazione della grande società imprenditoriale e di capitali, ma la comparativa modestia dei soggetti e del luogo non deve fuorviare, i profitti su cui gli indagati lavorano saranno degni di altra sede e grattacieli, perché si arriva ai milioni di euro, ai finanziamenti europei, in qualche modo a Bruxelles».

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