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Riciclaggio, sequestro da 9 milioni al "re dei supermercati" di Porto Empedocle

La polizia di Stato e la Guardia di finanza di Agrigento hanno sequestrato beni per 9 milioni di euro all’imprenditore di Porto Empedocle Giuseppe Burgio, 56 anni, che si trova agli arresti domiciliari.

Dopo una condanna per bancarotta fraudolenta a 8 anni l’imprenditore che si occupa di grande distribuzione alimentare è sotto inchiesta per il crack delle sue aziende ed è indiziato per intestazione fittizia di beni al fine di agevolare il delitto di riciclaggio.

Col decreto emesso dal Tribunale-Misure di Prevenzione di Agrigento, su proposta del Questore, sono stati sequestrati, un centro commerciale, autovetture, conti correnti e gioielli. Nell’ottobre 2016 era scattata
l'operazione «Discount» scaturita da un’indagine sui fallimenti di quattro società, fra il dicembre 2011 e l’ottobre del 2012, tutte riconducibili a Giuseppe Burgio, che venne arrestato dal nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle.

Alla custodia cautelare si arrivò per «plurime ipotesi di bancarotta fraudolenta in danno delle 4 società e in relazione ai cui fallimenti ha procurato danni ai creditori sociali per quasi 50 milioni di euro, rendendosi - spiega l’accusa - responsabile di distrazioni per oltre 13 milioni di euro».

Cinque immobili - fra Agrigento, Porto Empedocle, Palermo e Gela - tutti riconducibili alla Hopaf srl per un valore di 5.247.000 euro. Ma anche 15 autoveicoli dal valore complessivo all’acquisto di 198 mila euro; gioielli e preziosi dal valore complessivo all’acquisto di 21.288 euro e 11 rapporti bancari-assicurativi-di investimento dal valore di 65
mila euro.

È stato quantificato - sulla base delle attuali rivalutazioni previste dall’osservatorio del mercato immobiliare
dell’agenzia del territorio - in 8.700.000 euro il «tesoro» sequestrato al re dei supermercati Giuseppe Burgio.

I sigilli sono stati posti a due appartamenti di 5 e di 12 vani in via Minerva ad Agrigento; un complesso immobiliare destinato a centro commerciale «Le Rondini» situato lungo la statale 115 a Porto Empedocle; un fabbricato incompleto, destinato a centro commerciale, in via Venezia a Gela e un appartamento di 2 vani e un terrazzo in vicolo Morici a Palermo, zona Ucciardone.

Non soltanto la misura di prevenzione patrimoniale del sequestro di beni finalizzato alla confisca, ma anche la sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per 3 anni con obbligo di soggiorno. Prevede anche questo il decreto firmato, su proposta del questore di Agrigento, dalla seconda sezione del tribunale a carico di Burgio.

«La proposta del questore nei confronti di Burgio era stata presentata nel 2016 - ha spiegato l’attuale questore di
Agrigento, Rosa Maria Iraci - periodo in cui parallelamente la Guardia di finanza svolgeva indagini che hanno portato all’arresto dell’imprenditore e alla condanna del 2018 per reati fallimentari. Il tribunale ha rinviato al questore la richiesta di ulteriori accertamenti per parametrare la pericolosità sociale per gli anni che vanno dal 2004 al 2017».

«La Questura, avvalendosi della collaborazione del nucleo Economico-finanziario della Guardia di finanza, ha svolto un grande lavoro di ricostruzione di tutti i movimenti effettuati nel corso degli anni dell’imprenditore. Siamo riusciti - ha aggiunto Iraci - a individuare una serie di operazioni sospette che hanno determinato una pericolosità sociale qualificata in quanto la persona è ritenuta indiziata di intestazione fittizia di beni. Perché l’imprenditore si sarebbe liberato di alcuni beni allo scopo di sottrarli ai creditori, commettendo una serie di reati fiscali e fallimentari e facendo sorgere, dunque, il sospetto che sia autore di intestazione fittizia di beni che è una delle categorie che da la possibilità di sottoporre a sorveglianza speciale e a sequestro patrimoniale».

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