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Blitz contro i falsi invalidi nel Ragusano, arrestato il medico del "caso Loris"

I Nas dei carabinieri di Ragusa hanno arrestato in flagranza di reato un medico, la figlia di una anziana invalida e una intermediaria. L’accusa per il medico (dirigente medico legale dell’Asp e anche consulente tecnico del Tribunale e della Procura della Repubblica di Ragusa) è di corruzione e per questa ragione al momento si trova ristretto al carcere di Ragusa. Per le due donne, invece, sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Il Nucleo anti sofisticazioni di Ragusa, nell’ambito di un’attività di polizia giudiziaria, coordinata dal procuratore capo della Repubblica di Ragusa, Fabio D’Anna e dal sostituto procuratore Giulia Bisello, ha tratto in arresto, in flagranza del reato di corruzione, Giuseppe Iuvara, medico, dipendente dell’Asp di Ragusa e presidente della commissione invalidi, con una storia professionale importante e con competenze riconosciute anche a livello internazionale, molto conosciuto anche per avere brillantemente risolto il caso dell’omicidio del piccolo Loris Stival; determinante la sua consulenza autoptica: per quel caso, la madre del piccolo, Veronica Panarello, sta scontando trent'anni di carcere. Assieme a lui, arrestati la figlia di una anziana donna che aveva chiesto, senza averne titolo, la pensione di accompagnamento, e una 61 enne, che ha fatto da tramite tra i due. L’operazione è scattata all’uscita dallo studio medico.

L’attività di indagine, che si è snodata attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, è durata diversi mesi. I militari, in questo modo, hanno appreso che il 13 febbraio 2020, nel corso di un incontro avvenuto presso lo studio privato del medico, i tre avevano concordato le modalità di dettaglio della visita per l’accertamento dell’invalidità civile. In particolare, nel corso dell’incontro, il medico aveva prospettato la possibilità di effettuare, personalmente, la visita a domicilio della richiedente anzichè in maniera collegiale presso la commissione invalidi.

Tale procedura, secondo il medico, si rendeva necessaria in quanto la paziente non avrebbe avuto diritto all’indennità di accompagnamento e che qualora si fosse recata presso la commissione invalidi, senza il suo interessamento, sicuramente non le sarebbe stato riconosciuto il beneficio. Inoltre, nel corso dell’incontro, il medico nell’ipotesi in cui non fosse stata possibile la visita domiciliare, forniva dei «suggerimenti» su come raggirare gli altri membri della Commissione invalidi quali il non ricordarsi le date, non riconoscere la propria figlia scambiandola per una sorella e cercando di parlare meno possibile per dare l’impressione di essere disorientata.

Alla fine di questo primo incontro, per il suo interessamento, il medico si è fatto consegnare la somma di 200 euro e ha richiesto ulteriori somme, circa mille euro, da consegnare a pratica conclusa. Ottenuta la possibilità della visita domiciliare, le parti hanno concordato un nuovo incontro per le ore 16.30 del 20 febbraio di cui i carabinieri del Nas hanno avuto contezza grazie alle attività di intercettazione e in effetti, nel giorno e orario indicato, hanno potuto assistere allo scambio di denaro a seguito della redazione della certificazione di invalidità.

I militari, all’interno dello studio medico hanno trovato la documentazione con cui il medico aveva riconosciuto l’indennità di accompagnamento alla madre dell’arrestata che non aveva titolo. Dopo le formalità di rito il medico è stato associato alla locale casa circondariale mentre le due donne sono state sottoposte alla misura degli arresti domiciliari. Nel corso dell’attività di polizia giudiziaria si è proceduto al sequestro di vario materiale informatico e cartaceo; è stata effettuata attività anche negli uffici dell’Asp dove il medico prestava servizio.

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