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Covid Hospital a Sant'Agata Militello, 10 sindaci dei Nebrodi uniti per il 'sì'

Arriva da altri nove sindaci dei Nebrodi il pieno sostegno alla prosecuzione dell’ipotesi progettuale per la conversione del corpo B dell’ospedale di Sant’Agata a Covid Hospital, al centro di un vero e proprio scontro istituzionale nei giorni scorsi. Nei giorni scorsi il sindaco di Sant’Agata Militello Bruno Mancuso aveva già manifestato analogo indirizzo al fine di scongiurare passi indietro rispetto al progetto che prevede 38 posti Covid e 4 di terapia intensiva.

Questa la nota firmata dai sindaci di Capo d’Orlando, Franco Ingrilli, Torrenova, Salvatore Castrovinci, Rocca di Capri Leone, Filippo Borrello, Alcara li fusi, Ettore Dottore, Militello Rosmarino, Salvatore Riotta, Tortorici, Emanuele Galati Sardo, Mirto, Maurizio Zingales, Santo Stefano di Camastra, Francesco Re e Longi, Nino Fabio.

“Esprimiamo pieno appoggio all’assessore Bernadette Grasso per la presa di posizione assunta a seguito di un cambio di rotta incomprensibile che sembra bloccare l’iter per la realizzazione del centro Covid-19 nel presidio ospedaliero di Sant’Agata di Militello. Dopo aver tenuto varie riunioni da cui sono emerse chiaramente le istanze del territorio, anche alla presenza dell’assessore alla Salute Ruggero Razza, oggi abbiamo appreso di una relazione della Direzione sanitaria che sembra mettere uno stop al progetto. Proprio adesso che, pubblicata la lettera di invito, diventava sempre più concreto l’avvio dei lavori di creazione di un reparto che sarebbe un sicuro presidio in difesa della salute pubblica dell’intero comprensorio nebroideo".

"Ecco perché riteniamo che l’opportunità di un potenziamento dell’ospedale, attraverso quattro posti di rianimazione che alla fine dell’emergenza resteranno in dotazione al territorio, non vada rinviata poiché rappresenterebbe un salto di qualità in termini di offerta sanitaria. Inoltre, siamo certi che la previsione di percorsi ospedalieri separati e sicuri, garanzia per i cittadini un posto letto in caso di bisogno, non saranno disattese anche perché a tutela della salute di tutto il personale sanitario. Per questo, nell’interesse della collettività, ci auguriamo che si vada avanti e che non si verifichi una battuta d’arresto definitiva”.

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