Sabato 27 Aprile 2024

Coronavirus, test sierologici in Sicilia: si comincerà dal personale sanitario

Si comincerà dal personale sanitario con i test quantitativi mentre per le persone che popolano le Rsa, le Cta, le case di riposo si procederà con quelli qualitativi, cioè con le card. Poi sarà il turno delle forze dell’ordine, dei dipendenti degli uffici pubblici, della popolazione carceraria e di una porzione non ancora quantificata della cittadinanza. Dopo Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche e Puglia, anche in Sicilia si parte con i test sierologici per lo screening epidemiologico per identificare chi ha gli anticorpi del coronavirus. La Regione ha raccolto dai laboratori d’analisi convenzionati la disponibilità ad avviare i test dopo avere pubblicato un avviso alla vigilia di Pasqua. E ha già acquistato alcune migliaia di kit. «Pur ribadendo l’importanza del tampone rinofaringeo che resta, comunque, il principale strumento di rilevamento della malattia - dice l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza - attraverso i test sierologici puntiamo ad un’azione su un campione significativo della popolazione che ci consentirà di osservare il fenomeno da una prospettiva più ampia». Lo screening epidemiologico sarà condotto attraverso la supervisione del dipartimento Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico dell’assessorato alla Salute. «L'avvio di operazioni di screening a partire dalle Rsa, dalle Cta, dalle Case di riposo e più in generale dalle comunità che ospitano pazienti fragili - aggiunge l’assessore alle Politiche sociali, Antonio Scavone - assieme a un elevato controllo sanitario va allargato anche al personale delle strutture, ma non può limitarsi ad esso. Infatti bisogna puntare anche ad altre categorie». Per continuare a contrastare il virus proseguirà anche la digitalizzazione, restando nel solco di quanto è stato fatto da subito con il censimento sul sito www.siciliacoronavirus.it e con l’applicazione digitale "Sicilia Si-Cura": strumenti che hanno permesso alla Regione di interloquire con decine di migliaia di persone, acquisendo un flusso di informazioni fondamentali per la gestione dell’emergenza.

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