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Nuova fase eruttiva sull'Etna, colata lavica da cratere sud-est: nessun pericolo

Una nuova fase eruttiva con l'emissione di una colata lavica sommitale è in corso sull'Etna, il cui sistema di energia interna registra un'aumento di 'energia'. E' quanto si apprende dalle rilevazioni dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo (Imgv-Oe) di Catania, dai quali emerge "la presenza di due modesti flussi lavici sommitali dal Nuovo Cratere di Sud-Est, che al momento sono confinati sull'alto fianco orientale e meridionale del cono".

L'attività è confinata in una zona sommitale e desertica del vulcano attivo più alto d'Europa e non costituisce un pericolo per cose o persone e non impatta sull'operatività dell'aeroporto internazionale di Catania, limitata dall'emergenza Coronavirus.

L’attività di fontana di lava si è gradualmente attenuata fino a cessare. Anche la cospicua emissione di cenere, che ha generato un pennacchio che si è innalzato fino a circa 5 chilometri di altezza dai crateri spinto verso i quadranti orientali del vulcano dai venti dominanti, si è progressivamente attenuato. E’ l’aggiornamento dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia-Osservatorio etneo (Ingv-Oe) di Catania sulla nuova fase eruttiva dell’Etna, che registra una regressione energica dei fenomeni che sono confinati tutti nella zona sommitale del vulcano.

La colata, precisano gli esperti, che era stata osservata precedentemente è invece relativa ad un accumulo e successivo rotolamento sui fianchi del cono del Nuovo Cratere di Sud-Est di materiale piroclastico emesso durante le fontane di lava. L’attività eruttiva di oggi, ricostruiscono i vulcanologi dell’Ingv-Oe di Catania, è iniziata intorno alle 06:30 con l'avvio di una attività stromboliana al «cono della sella» del Nuovo Cratere di Sud-Est ed ha partire dalle 07:15 si è gradualmente evoluto in una fontana di lava. L’attività ha generato l’emissione di un pennacchio di cenere che nelle  fasi iniziali era piuttosto blanda e poi è progressivamente aumentata di intensità a partire dalle 08:45 circa. La cenere è ricaduta sul versante orientale del vulcano per la maggior parte in Valle del Bove e sono state segnalate ricadute di materiale fine anche sull'abitato di Zafferana. Infine, segnala ancora l’Ingv-Oe, continua, con modeste fluttuazioni rispetto a quanto comunicato sinora, l’attività stromboliana al cratere Voragine, iniziata nel settembre 2019.

Dal punto di vista sismico, l’evento è stato annunciato da un rapido aumento del tremore vulcanico a partire delle 7.40  che ha raggiunto il livello energeticamente più forte alle 9.00 locali. Le sorgenti del segnale vengono localizzate nell’area del Nuovo Cratere di Sud Est a profondità superficiali. Attualmente l’ampiezza del tremore è in via di diminuzione. L'episodio è stato  accompagnato da una notevole attività infrasonica, anch’essa in fase di decremento. La rete Gps non mostra alcuna variazione significativa del suolo. La rete clinometrica mostra minime variazioni  rispetto ai trend usualmente registrati. Tali variazioni sono maggiormente visibili alle stazioni prossimali all’area craterica.

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