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L'esperto: "Impossibile conoscere la causa esatta della morte da Coronavirus"

Il prof. Alessio Asmundo è medico legale dell’Azienda Policlinico, materia che insegna nel nostro ateneo. Svolge attività di consulenza ai vari reparti su questioni medico-legali, per esempio le certificazione di morte, ed è responsabile del laboratorio di Emogenetica forense dell’Unità operativa di Medicina legale. C’è un aspetto molto particolare legato al suo lavoro, che è quello di certificare, soprattutto per le analisi epidemiologiche future, il “perché” e il “come” di ogni decesso. Sembra una cosa scontata? Affatto, è un passaggio fondamentale per capire realmente, facendo chiarezza, quanti pazienti siano morti “per” Covid-19 o “con” Covid 19. C’è parecchia differenza.

- Quale realtà emerge dal suo osservatorio?

«Il punto è questo secondo me, mi faccia fare una premessa. Per rispondere alle sue domande ci vorrebbe un gruppo di lavoro, che dovrebbe essere orientato alla definizione di eziologia e patogenesi, per definire i meccanismi che hanno, di complicanza in complicanza, portato alla morte. Con un leader-portavoce che sia ben chiaro nell’esprimere e “sostanziare” sicurezza, mentre vedo le molte incertezze di cui è piena la nostra quotidianità di fronte al “nuovo”, che oggi si chiama Coronavirus. Del gruppo dovrebbero far parte un epidemiologo, un infettivologo (virologo), un microbiologo (immunologo), un radiologo, un internista (pneumologo), un intensivista (farmacologo) e perché no anche un anatomo-patologo e un medico-legale. Queste ultime due “competenze”, che sono necessarie per chiudere il cerchio rispetto alle prospettive in termini di efficacia ed efficienza del percorso diagnostico-terapeutico, non mi risulta, con le migliaia di morti, siano state attivate. Paura anche dei morti? Da non farli nemmeno “onorare” ai congiunti, quasi che anche da morti si possa diffondere virus».

- Torniamo al suo osservatorio...

«Guardi, posso soltanto rispondere e nemmeno “pienamente”, non avendo un “osservatorio” dall’alto, ma solo quale docente di Medicina legale, la disciplina che tra l’altro insegna anche a compilare correttamente il certificato Istat di causa di morte, e medico necroscopo delegato dal Policlinico nella vigilanza-verifica nella qualità di detta certificazione, per i soggetti deceduti da noi. Da questo punto di vista le dico che la mia sensazione, fondata sulla certezza della erroneità compilativa, è che non è possibile nella nostra città, così come nel resto del Paese, avere numeri esatti sulla causa di morte di un soggetto, morto a casa, come in ospedale, ed ancor più, se non grossolanamente, con riferimento alla Covid-19. Insomma morto “per” o “con” Covid-19 fa una gran differenza... . Credo quindi che il “si salvi chi può” rimanga non uno slogan, ma il parametro cui riferirsi per farcela, tutti, in modo responsabile, dando fiducia a chi riteniamo possa e debba meritarla. Nel nostro caso, e pur con molti dubbi e difficoltà, alle Istituzioni».

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