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Fase 2 e movida a Messina, controlli soft ma affidarsi alla "responsabilità" non basta

Più che un vero e proprio giro di vite, è stato un test. Il primo week-end di movida “vera” post lockdown a Messina è servito alle forze dell’ordine - e soprattutto alla prefettura, che ha disposto la task force e osservato attentamente - a capire quale approccio attuare, per far sì che il necessario ritorno alla vita non si traduca in un imperdonabile harakiri.

È servito, per dirla attingendo al glossario di questa emergenza, a prendere le “misure” - ricostruisce la Gazzetta del Sud in edicola -. E il test delle serate-nottate di venerdì e sabato dice che, probabilmente, affidarsi esclusivamente al senso di responsabilità del singolo cittadino non basta.

Le forze dell’ordine, per il momento, si sono limitate per lo più ad incitare l’utilizzo delle mascherine, senza “calcare la mano”. Ma l’approccio potrebbe cambiare nel prossimo week-end, quando ci si avvicinerà al “ponte” del 2 e 3 giugno.

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