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Fase 3 a Messina, la movida continua a dividere la città

Tra oggi e domani si saprà se il prefetto di Messina Maria Carmela Librizzi darà il via libera all'accordo raggiunto, al termine del serrato confronto di lunedì sera, tra l'Amministrazione comunale e le organizzazioni di categoria del commercio, il “movimento dei tavolini” e le associazioni degli imprenditori del settore della ristorazione. L'intesa nasce come «ragionevole compromesso» tra le istanze di sicurezza e quelle economiche. Si è deciso di far slittare alle 2 l'orario di chiusura dei locali, mantenendo l'assoluto divieto, per chiunque, di consumare bevande alcoliche fuori dai ritrovi e dagli spazi loro antistanti.
Ma c'è chi non ci sta e chi si appella proprio al prefetto affinché l'ordinanza, firmata dal vicesindaco Salvatore Mondello lo scorso 12 giugno, non venga modificata.

I rappresentanti del comitato “Centro storico vivibile” e dell'associazione “Centro storico Messina”, presieduti rispettivamente da Michele Bisignano e Anthony Greco, contestano la mancata convocazione all'incontro svoltosi nel salone delle Bandiere. «Eppure - dicono - rappresentiamo migliaia di messinesi che risiedono nel centro storico». Non sono i commercianti che possono dettare legge per tutti, sostengono il comitato e l'associazione: «I locali di somministrazione di bevande alcoliche e alimenti che insistono nel centro storico di Messina, devono esercitare la loro attività in base alle concessioni con cui hanno ottenuto le relative licenze non esorbitando da tali autorizzazioni, rispettando le leggi e i regolamenti comunali».

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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