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Gli imprenditori si ribellano al pizzo e fanno arrestare gli estorsori: blitz a Palermo

Le indagini dei carabinieri e poi gli arresti. I boss della mafia di Palermo tentano di riorganizzarsi ma vengono fermati dalle denunce degli imprenditori taglieggiati. Denunce grazie alle quali, questa mattina, sono scattati otto arresti, anche se l'ordinanza riguarda altre du persone, compreso Francesco Paolo Liga, figlio dello storico boss Salvatore Liga, già in carcere.

L'operazione Teneo è firmata dai carabinieri del comando provinciale di Palermo che hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale, su richiesta Dda, nei confronti di 10 indagati (7 in carcere, 1 ai domiciliari, 2 già in detenuti), accusati a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsioni aggravate, furto aggravato, violazione delle prescrizioni imposte dalle misure preventive.

In carcere sono finiti: Vincenzo Billeci, 51 anni; Andrea Bruno, 52 anni; Giulio Caporrimo, 51 anni; Francesco Di Noto, 31 anni; Andrea Gioé, 52 anni; Baldassarre Migliore, 53 anni; Vincenzo Taormina, 48 anni. Ai domiciliari: Giuseppe Enea, 30 anni. Già detenuti: Francesco Paolo Liga, 56 anni e Nunzio Serio, 43 anni.

L'operazione, portata a termine da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, rappresenta un nuovo colpo nei confronti del mandamento mafioso di Palermo di San Lorenzo e Tommaso Natale. Finisce di nuovo in carcere Giulio Caporrimo, uscito dal carcere nel 2019 e che avrebbe ripreso il controllo del mandamenti. L'indagine è la prosecuzione delle operazioni 'Oscar' (2011), 'Apocalisse' (2014) e 'Talea' (2017) che avevano portato in carcere capi e gregari del mandamento.

Le indagini sfociate negli arresti di oggi sono scattate in seguito alla denuncia di due imprenditori edili che si sono ribellati al pizzo. L'inchiesta ha ricostruito 7 vicende estorsive consumate o tentate di cui 2 denunciate spontaneamente dalle vittime.

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