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I rifiuti di Milazzo ad Alcamo, dodici ore e rischio collasso

In piena estate rischia di esplodere l'emergenza rifiuti. E ciò per l'ennesima assurda decisione di chi da un lato respinge l'ipotesi di realizzare gli impianti per il trattamento delle diverse frazioni e dall'altro non considera che i rifiuti comunque vanno smaltiti. È accaduto così che, chiusa per questioni tecniche la già satura discarica di Grotte, la Regione ha autorizzato diversi Comuni, tra i quali Milazzo, a conferire nel sito di Alcamo, ovvero dall'altra parte della Sicilia. E proprio questo ha determinato la situazione che rischia di diventare incontrollabile. Infatti per raggiungere il sito trapanese e procedere al conferimento, occorrono almeno 12 ore. Addirittura venerdì scorso - come sostenuto dall'assessore all'Ambiente, Ciccio Italiano - l'autocompattatore di Milazzo partito alle 2 di notte ed è rientrato alle 16,30 di sabato. E ciò sia perché gli autisti sono costretti a mettersi in coda e attendere il loro turno, sia anche per la lentezza delle operazioni di svuotamento.

E così accade - spiega Italiano - che con i mezzi ad Alcamo, non c'è possibilità di liberare quelli più piccoli che raccolgono in città i quali una volta che raggiungono la capienza massima non possono raccogliere altri rifiuti. Ed ecco che la spazzatura resta in strada, con tanto di disagio igienico-sanitario e, a causa delle alte temperature, di lezzo nauseante. La cosa più grave è che non si vedono vie d'uscita per una situazione che rischia di prolungarsi per diverso tempo. E ciò peraltro con aggravio di costi che poi finiranno nelle bollette visto che si stima, per l'uso di questo sito alternativo, un surplus semestrale di quasi un milione di euro. Intollerabile.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Messina

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