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Ucciso dal boss per un movente passionale, due arresti a Riposto dopo 4 anni dall'omicidio

Luce su un omicidio avvenuto quattro anni fa. I carabinieri di Catania, su delega della Procura Distrettuale, hanno arrestato due persone, una delle quali ritenuta elemento di spicco della famiglia mafiosa catanese Santapaola-Ercolano, ritenute coinvolte nell'omicidio di Dario Chiappone, ucciso a Riposto nell'ottobre del 2016.

Il movente, è emerso dalla indagini, sarebbe legato a motivi sentimentali ed economici riconducibili al rapporto di frequentazione di Chiappone con una donna, ex convivente di uno degli indagati destinatario del provvedimento cautelare.

I due, secondo quanto emerso, sarebbero i mandanti del delitto, tra loro anche l'allora presunto reggente della cosca mafiosa che avrebbe ricevuto la richiesta di fare uccidere l'uomo. Dario Chiappone fu ucciso con almeno 16 coltellate alla gola e al torace. Per il delitto, in primo grado, la Corte d'assise di Catania, presieduta da Sebastiano Mignemi, il 20 marzo scorso ha condannato all'ergastolo Agatino Tuccio e a 23 anni di reclusione Salvatore Di Mauro. Nell'inchiesta sull'omicidio è stato indagato anche il "killer delle carceri", Antonio Marano, 76 anni. Ad accusarlo sono state le sue impronte digitali trovate da militari del Ris sul luogo del delitto. Nel dicembre del 2019 i carabinieri gli notificarono un'ordinanza di custodia cautelare nel carcere in cui era già detenuto.

I due arrestati dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania sono Benedetto La Motta, noto come Benito o Baffo, di 62 anni, indicato come il referente a Riposto della famiglia mafiosa Santapaola-Ercolano, e il suo coetaneo Paolo Censabella.

Nei loro confronti il Gip di Catania, su richiesta della locale Procura distrettuale, ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere che ipotizza il concorso in omicidio, con l'aggravante di aver agito con premeditazione e crudeltà.

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