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Mafia nigeriana, nuovo blitz in Sicilia: in 28 fermati nel Catanese

Nuova operazione contro la mafia nigeriana in Sicilia. La polizia di Stato di Catania, su delega della Dda etnea, ha eseguito un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 28 persone, prevalentemente nigeriane, appartenenti alla confraternita cultista dei Maphite, organizzazione criminale transnazionale con sede in Nigeria e basi nei Paesi europei ed in diverse regioni italiane.

In particolare è stata decapitata la cellula operativa siciliana Family Light house of Sicily; gli investigatori hanno arrestato il capo dell'organizzazione, i suoi responsabili di zona ed altri affiliati rintracciati nel resto della Penisola. Nel corso delle indagini è stato possibile documentare diversi summit svolti tra i vertici dell'organizzazione.

Pochi giorni fa un altro blitz aveva colpito la mafia nigeriana: 47 fermi eseguiti ancora una volta dalla polizia per associazione mafiosa, tratta di esseri umani droga e sfruttamento della prostituzione tra la Sicilia e il Centro Italia.

L'associazione, in quel caso, era la Supreme Eiye Confraternity o EIYE, radicata in Nigeria ma diffusa in molti Stati europei ed extraeuropei ed equiparata per struttura e forza intimidatoria alle mafie tradizionali.

L'inchiesta sull'associazione cultista "Maphiste" della mafia nigeriana, sfociata oggi nel fermo di 28 persone, scaturisce dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che apparteneva ad un'altra associazione "The Supreme Eiye Confraternity (Sec)". Le indagini, durate poco più di un anno, coordinate dalla procura distrettuale etnea e condotte dalla squadra mobile si sono avvalse delle intercettazioni telefoniche su un centinaio di utenze. Grazie alla collaborazione di interpreti esperti si è ricostruita l'organizzazione mafiosa fortemente gerarchica che consentiva l'ingresso solo dopo un rito di affiliazione.

Gli appartenenti al Cult "Maphiste" della famiglia Lighthouse of Sicily controllavano un importante traffico di stupefacenti. Le riunioni segrete sono proseguite anche nel periodo del lockdown durante l'emergenza Covid. L'organizzazione che si era radicata in Sicilia nel 2016 poteva contare su ramificazioni di altri affiliati in diverse parti d'Europa.

A novembre del 2016 ci fu uno scontro avvenuto proprio Catana tra i massimi esponenti dei "Maphiste" siciliani, Ede Osagiede detto Babanè e Godwin Evbobuin detto Volte, e i massimi esponenti del "Cult Black Axe", determinato dalla esigenza delle due organizzazioni rivali di affermare il proprio predominio sul territorio. L'articolazione siciliana dei "Maphiste" non risultava tuttavia presente solo a Catania, ma in diverse zone della Regione, precisamente a Caltanissetta, Palermo e Messina.

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