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Le 4 ragazzine e il monumento imbrattato di Messina: "Hanno un disagio, non sono criminali"

«Perché a tredici anni si commettono simili infamie?». Se l’è chiesto il sindaco di Messina Cateno De Luca, in un post sulla sua pagina Facebook, annunciando che la sezione giudiziaria della polizia municipale aveva già nella mattinata di ieri individuato i responsabili dell’atto vandalico ai danni del Monumento ai Caduti di piazza Unione europea.

Non una “bravata” ma un reato, quello commesso da un gruppo di quattro minorenni, tre ragazzine (e non due come riferito inizialmente) di 13 anni e una 17enne: danneggiamento aggravato. Se non fossero minori, rischierebbero una pena da 6 mesi a 3 anni e un’ammenda fino a diecimila euro.

Adesso sul caso interviene il garante per l'infanzia del comune di Messina, Angelo Fabio Costantino che stigmatizza il gesto vandalico ma chiede più attenzione alle istituzioni e alle agenzie educative sul disagio giovanile in città: "Nel nostro ordinamento giudiziario - scrive Costantino - non è imputabile un minore che abbia compiuto un reato al di sotto dei 14 anni di età. Questo vale per i reati minori quanto per i reati più gravi. Questo non significa però che un ad infraquattordicenne viene concesso di vivere da impunito ma piuttosto che, di fronte ad un agito illecito, lo Stato attiva, una serie di attività per il supporto sociale, psicologico e talvolta anche medico a sostegno del minore, coordinati dal Procura della Repubblica per i minorenni e dal Tribunale per i minori, con l’obiettivo di comprendere ed intervenire sul contesto in cui è maturato l’evento reato".

Costantino poi va nello specifico: "Il gesto dei minori che hanno imbrattato il Monumento ai caduti è assolutamente da condannare e stigmatizzare e sono certo che gli uffici della giustizia minorile lavoreranno per la piena comprensione delle motivazioni profonde del gesto, per i necessari passaggi educativi e sociali e affinché il bene pubblico possa tornare fruibile alla collettività anche attraverso l’esercizio delle azioni della giustizia riparativa. I minorenni che imbrattano non sono criminali ma poco più che bambini che attraverso questo odioso agito illecito ci urlano in faccia il loro disagio ed il loro dolore. A noi non resta che sapere cogliere questi segnali e agire di conseguenza con l’obiettivo di aiutare i ragazzi in difficoltà. Presto il monumento verrà riconsegnato integro alla città ma mentre noi dimenticheremo, resteranno altri ragazzi in difficoltà educativa, economica e familiare che abbiamo l’obbligo di attenzionare e curare".

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