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Furti e droga: fermata l'ascesa di una nuova banda in Sicilia, 24 arresti in tutta Italia

Due organizzazioni criminali palermitane, che secondo le accuse commettevano reati in tutta la regione, sono state sgominate nell'operazione Stele dei carabinieri del comando provinciale che stanno eseguendo in Sicilia, Emilia Romagna e Puglia una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo, nei confronti di 24 persone.

Le accuse sono, a vario titolo, associazione per delinquere, estorsione, tentata rapina, detenzione illegale di armi, cessione illegale di armi, furto aggravato, ricettazione, simulazione di reato, produzione e traffico illegale di sostanze stupefacenti e lesioni personali. I due gruppi erano uno nel quartiere Cep, il secondo allo Zen 2 e secondo le indagini erano legati a Cosa Nostra. A capo di una delle organizzazioni, che agiva nelle zone di Cruillas e nel territorio compreso tra Borgonuovo, San Giovanni Apostolo e Cep, c'erano Andrea Cintura che nonostante fosse in carcere gestiva la banda e il figlio Domenico.

Le indagini, seguite da un pool di magistrati coordinati dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dai sostituti procuratori Giorgia Spiri e Felice De Benedittis, di Palermo, hanno consentito di colpire due associazioni per delinquere, risultate connesse con la criminalità organizzata, radicate Cep e Zen, sempre nel capoluogo siciliano, ma che operavano in tutta la Sicilia.

Nell'inchiesta, chiamata "Stele", sono indagate 37 persone e ha permesso di dimostrare l’esistenza di una struttura organizzata in modo piramidale con a capo la famiglia reggente dei Cintura, storicamente e notoriamente specializzata nei delitti di natura predatoria, ed in cui gli appartenenti erano meticolosamente organizzati tra loro tanto che, la condotta delittuosa veniva considerata una vera e propria attività lavorativa da svolgere con costanza e dedizione, con turni di lavoro precisi e scandagliati nel tempo.

I vari coinvolti, connotati da una notevole caratura criminale, con un curriculum di lunghi trascorsi giudiziari e molteplici delitti commessi e progettati durante la fase d’indagine, vantano uno stretto contatto con soggetti legati alla criminalità comune ma anche con esponenti di vertice di cosa nostra.

È stata infatti documentata la mediazione di esponenti di vertice di cosa nostra, ogni qualvolta venivano consumati, inconsapevolmente, furti ai danni di soggetti appartenenti ad altri mandamenti o di persone a loro vicine, come nel caso di un furto commesso a Castellamare del Golfo o dei furti consumati ai danni della Edil Ponteggi di Bagheria di proprietà di Paolo Scaduto, figlio del più noto boss Pino Scaduto, storico esponente della famiglia mafiosa di Bagheria.

La stretta vicinanza dei correi alla malavita comune e organizzata, ha permesso anche di acquisire importanti elementi su reati legati alla produzione e al traffico di droga, su estorsioni ma anche in materia di armi, nonché di acquisire gravi elementi di responsabilità penali e di notevole allarme sociale, già confluiti in connesso procedimento penale che ha portato all’emissione di numerose misure restrittive nell’ambito della recente operazione “Over” (Spaccaossa).

Il quadro generale che emerge ha fatto trapelare tutta l’influenza dei sodali all’interno della borgata di Cruillas e nel territorio compreso tra Borgonuovo, San Giovanni Apostolo e Cep. Risulta come l’associazione capeggiata da Andrea Cintura, sebbene detenuto a Palermo, servendosi dei componenti della sua famiglia,  ma anche della collaborazione di altre persone, costringesse diversi esercizi commerciali del quartiere a consegnare settimanalmente somme di denaro che variavano in relazione al tipo di attività commerciale, camuffando le richieste estorsive sotto forma di contributo per l’organizzazione della “festa di quartiere”.

Fra gli innumerevoli furti, ricostruiti mediante una sofisticata attività tecnica che comprendeva intercettazioni telefoniche, ambientali e servizi di videosorveglianza, implementata da tradizionali metodi investigativi, risalta quello di maggiore valore  simbolico, da cui, fra l’altro, trae il nome l’operazione di oggi, all’interno del cantiere attrezzato per la realizzazione del giardino della memoria “Quarto Savona Quindici”, monumento, costruito in occasione della ricorrenza del venticinquesimo anniversario della strage del 23 maggio 1992 e dedicato agli uomini della scorta del giudice Giovanni Falcone, rischiando di compromettere la celebrazione dell’importante momento commemorativo.

L’articolata attività di p.g. iniziava nel Febbraio del 2017 a seguito di un furto consumato ai danni di una ditta di fornitura di materiale edile sita nel comune di Lascari (PA) e si concludeva nel mese di giugno 2019.

Documentata inoltre la formazione di un nuovo gruppo criminale, a seguito del mutamento degli equilibri interni del sodalizio principale, ovvero quello dei Cintura, circostanze che portavano all’allontanamento di uno dei suoi componenti che da lì a poco si sarebbe unito ad un nuovo gruppo, nel quartiere Zen,  che prendeva di  mira diversi obiettivi di pubblica utilità quali la discarica di Bellolampo e l’acquedotto Comunale.

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