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Gioele ucciso da animali, l'ipotesi dell'aggressione sempre più probabile: martedì l'autopsia

E’ prevista per martedì l’autopsia sui resti del piccolo Gioele Mondello, 4 anni, trovati nei boschi di Caronia, nel Messinese. Il bimbo è il figlio di Viviana Parisi, la dj di 43 anni prima scomparsa e poi trovata morta ai piedi di un traliccio, distante dal suo bambino, ma nella stessa zona.

L'esame autoptico, al Policlinico di Messina, sarà eseguito dal medico legale Elvira Ventura Spagnolo, la stessa che ha esaminato il cadavere della madre. A Caronia, intanto, le nuove perizie sui luoghi del ritrovamento previste per oggi sono state rinviate a martedì. Il nuovo sopralluogo, con gli esperti nominati dalla Procura di Patti e con il perito di parte, Giuseppina Certo, servirà a fare una ricognizione per "individuare la natura del possibile attacco di animali e il possibile itinerario fatto da Viviana e Gioele e a ricostruire il collegamento tra il luogo del ritrovamento di della mamma prima e del bambino poi", come sottolineato dal legale della famiglia Parisi-Mondello, l’avvocato Pietro Venuti

Per il legale della famiglia, Gioele e Viviana sono morti in due momenti e in due luoghi distinti, diversi. Per questo l’avvocato Venuti ritiene "complicato il trascinamento tra la vegetazione troppo fitta del corpo del bimbo". L’ipotesi, secondo il legale, è che la madre abbia smarrito il bambino, sia salita sul pilone, cadendo poi accidentalmente. E, nel frattempo, il bimbo impaurito, è scivolato da qualche altra parte e poi è stato assalito dagli animali.

Ieri sera, intanto, a Venetico, la piccola comunità in cui vivevano Viviana, Gioele e Daniele Mondello, marito e padre delle vittime, si è tenuta una veglia di preghiera. In chiesa - davanti a una foto che ritrae mamma e figlio sorridenti - c'erano , parenti, amici e cittadini. Il paese si è stretto al dolore della famiglia, in un momento di raccoglimento.

Resta da capire cosa collega i due luoghi e se la morte è avvenuta in due luoghi e momenti diversi, come sostiene il legale. A Caronia, si torna, infatti, per accertare che tipo di fauna selvatica popola quella zona, se ci sono tane di animali e di quale specie, ma soprattutto per raccogliere ulteriori elementi e tasselli da aggiungere al quadro investigativo e cercare di ricostruire cosa è accaduto a Viviana e Gioele. "Alla luce dell’analisi del territorio - ha detto l’avvocato Venuti - riteniamo che un animale non riesca a fare chilometri. Per martedì è prevista l’autopsia sui resti del corpo del piccolo", mentre "sul cadavere della signora sono stati svolti altri accertamenti". Il sopralluogo è stato rinviato a martedì mattina per permettere ad alcuni degli esperti della Procura, che vengono da fuori città e che sono impegnati anche nell’autopsia sul corpo di Gioele, di eseguire entrambi gli accertartamenti lo stesso giorno.

Le ipotesi principali sulle quali la procura sta lavorando sono due: l’omicidio-suicidio e l’aggressione da parte di animali. La prima si basa sulle fragili condizioni psichiche della donna (i medici le avevano diagnosticato una psicosi con crisi mistiche e manie di persecuzione), che dopo l’incidente in galleria ha inspiegabilmente abbandonato l’auto e si è inoltrata nella campagna. L’altra ipotesi è quella dell’aggressione da parte di animali selvatici, e trova d’accordo anche i familiari, convinti che la donna non avrebbe mai fatto male al figlio.

Intanto, Domenico Bardetta, presidente del Parco dei Nebrodi, che non fa alcuna ipotesi sull'accaduto, spiega che i suini neri selvatici sono numerosi in quella zona: «Abbiamo già posto il problema alla Prefettura di Messina durante un tavolo tecnico, viste anche le lamentele degli allevatori preoccupati per i loro allevamenti, e ci è stato detto che ci sarebbero stati altri incontri per decidere un’eliminazione selettiva di capi. Ci è stato in seguito riferito - prosegue il presidente - che poi i sindaci dei comuni dei Nebrodi avrebbero dovuto fare delle singole ordinanze per autorizzare l’operazione, ma non ci sono stati altri incontri anche a causa dell’emergenza Covid-19 e altre problematiche. Noi non sappiamo cosa realmente sia accaduto, tuttavia i suini selvatici possono diventare pericolosi soprattutto se in branco e con i cuccioli al seguito, perché vedono l’uomo come una minaccia».

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