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Brucia la Sicilia da Trapani a Messina: boschi a fuoco e famiglie evacuate

L'incendio che ha devastato la riserva dello Zingaro

La Sicilia a fuoco nell'ultima domenica di agosto. Incendi sono divampati, ovunque, mandando in fumo boschi e mettendo in pericolo case e persone. Roghi nelle province di Trapani, Palermo e Messina che non hanno risparmiato neanche zone la cui bellezza e l'importanza naturalistica è riconosciuta in tutto il mondo, come la Riserva dello Zingaro a San Vito lo Capo. In particolare, tre le zone colpite dagli incendi più drammatici: Alfonte, in provincia di Palermo, Macari-San Vito lo Capo, in provincia di Trapani, e Rometta e San Saba, in provincia di Messina.

Già da ieri pomeriggio il dirigente generale del dipartimento protezione civile della Regione Siciliana ha attivato oltre 150 volontari afferenti a circa 30 associazioni di volontariato di Protezione Civile delle province della sicilia occidentale con 30 mezzi. Ciò sia per dare supporto ai Vigili del Fuoco ed al Corpo Forestale sia per l’assistenza alla popolazione evacuata negli incendi di Altofonte, Macari-San Vito lo Capo e Rometta. Ad Altofonte l’incendio che ha devastato monte Moarda si è poi diretto verso Portella della Ginestra e Piana degli Albanesi alimentato dal vento. Gli incendi di interfaccia che hanno minacciato i centri abitati sono sotto controllo grazie all’azione dei vigili del fuoco della forestale e delle 22 Organizzazioni di Volontariato di Protezione civile intervenute con moduli antincendio. Le persone evacuate nella notte - rende noto un comunicato - sono rientrate volontariamente nelle loro abitazioni.

Nella zona nord di Messina a San Saba in contrada Musarra sono state evacuate alcune abitazioni. I residenti sono stati fatti rientrare nelle loro case dai vigili del fuoco solo nelle prime ore del mattino. Un vasto fronte di fuoco ha interessato anche i comuni di Piraino, Rometta, Frazzanò, Milazzo e San Pier Niceto.

Tre incendi divampati in punti diversi e poi riuniti in un vasto fronte hanno minacciato il centro abitato di Pettineo, un paese dei Nebrodi tra le province di Messina e Palermo. Le fiamme si sono sviluppate nelle contrade Fontecà, Ciuppa e Innari e in breve sono arrivate a lambire alcune abitazioni che sono state evacuate. L’intervento dei vigili del fuoco, di  omini della protezione civile e di alcuni volontari ha contenuto il propagarsi del rogo.

Le fiamme dell’incendio nel Trapanese, partite da Macari, hanno superato la montagna e sono arrivate prima alla Tonnara di San Vito Lo Capo, sulla costa, e poi si sono estese alla vicina riserva naturale dello Zingaro, che già nel 2012 era stata distrutta dalle fiamme. L’unica area che si è salvata, dicono gli uomini impegnati a fronteggiare il rogo, è la prima caletta della riserva, la «Tonnarella del Luzzo». Lo Zingaro è uno dei luoghi naturalistici più frequentati dalla Sicilia ed è stata la prima riserva naturale istituita nell’isola quarant'anni fa. Le fiamme hanno raggiunto anche il Centro visitatori dello Zingaro. «Da domani la Riserva resterà chiusa sino nuova disposizione causa incendio del 29 agosto», è l’avviso comparso sulla pagina ufficiale Facebook della riserva dopo il devastante incendio - esteso dal fronte di San Vito Lo Capo fino al lato opposto, quello di Scopello - che oggi ha distrutto gran parte della flora e della macchia mediterranea della prima riserva naturale orientale della Sicilia, istituita nel 1981. Per avere la meglio sulle fiamme - quasi certamente di origine dolosa e alimentate dalle alte temperature e dal vento di scirocco - per oltre 24 ore sono stati impegnati uomini e mezzi del vigili del fuoco, della Protezione civile, del corpo forestale. In volo anche due Canadair e elicotteri del Corpo forestale. Fuoco anche a Scopello.

«Avremo danni inestimabili, alcune abitazioni sono andate a fuoco. Al momento fortunatamente non ci sono feriti». Lo ha detto Angela De Luca, sindaco di Altofonte, il comune in provincia di Palermo, assediato per tutta la notte dalle fiamme alimentate anche dal vento di scirocco e a causa delle quali sono state evacuate oltre 400 persone. Fin dalla tarda serata di ieri il sindaco De Luca ha comunicato le drammatiche evoluzioni legate all’incendio del bosco di Moharda - oltre mille ettari di estensione - utilizzando il suo profilo Facebook. L’incendio è divampato alle 21 di ieri in cinque punti diversi e contemporaneamente. «E' stato un atto criminale - raccontano gli uomini della forestale e i vigili del fuoco intervenuti - per colpire il paese».

In azione per spegnere i vari incendi sono entrati in azione canadair ed elicotteri, oltre agli interventi da terra con personale dei vigili del fuoco, della Forestale e della protezione civile.

Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. E’ quanto stima la Coldiretti sugli effetti dell’incendio divampato ad Altofonte in Sicilia ed in altre regioni della Penisola.

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