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Violentata nell'Oasi di Troina durante il lockdown: donna disabile incinta, indaga la procura

L'Oasi di Troina

La Procura di Enna indaga per violenza sessuale aggravata. E avrebbe già individuato i responsabili di un episodio gravissimo su cui anche l'assessorato regionale alla Sanità vuole far luce. La storia ha come protagonista una giovane disabile con gravi problemi mentali, ospite dell’Oasi Maria Santissima di Troina, un centro specializzato in provincia di Enna.

La ragazza sarebbe stata violentata mentre era positiva al Covid durante la sua permanenza nella struttura e ora aspetterebbe un bambino. La squadra mobile di Enna sta sentendo medici, infermieri, personale e tutti coloro che sono stati a contatto con la disabile. L’Oasi Maria Santissima di Troina, l’istituto in cui sarebbe avvenuta la violenza, è un Centro specializzato nella riabilitazione di deficit psichici di pazienti, anche giovanissimi, affetti da autismo o da anziani con patologie legate alla involuzione senile.

L’istituto, considerato all’avanguardia nell’assistenza ai disabili, venne fondato nel 1953 da padre Luigi Ferlauto. Lo scorso aprile, in pieno lockdown, la struttura registrò 162 positivi al Covid, tra infermieri ricoverati ed operatori e fu dichiarata zona rossa. Anche in quel caso intervenne la magistratura che aprì un’indagine, ipotizzando i reati di omicidio colposo ed epidemia colposa. Per fronteggiare il focolaio la Regione aveva inviato all’Oasi un commissario per l’emergenza ed erano arrivati infermieri e medici dell’Esercito e della Marina. Dagli accertamenti erano emersi ritardi e caos nella gestione dei primi contagi tra gli ospiti della struttura e mancato isolamento dei casi sospetti, mentre una relazione interna dell’Asp di Enna parlava di «governance» poco chiara.

Da qui il commissariamento da parte della Regione. Adesso la nuova drammatica vicenda della violenza sessuale. Una grave ombra per l’istituto di cura che fa parte anche della Rete nazionale per la prevenzione, sorveglianza, diagnosi e terapia delle malattie rare. L’inchiesta sarebbe partita da una segnalazione che lo stesso istituto avrebbe fatto all’autorità giudiziaria.

«Ho già predisposto un’attività ispettiva all’Oasi di Troina per contribuire, in ogni modo, a fare ulteriore chiarezza su quanto emerso nell’indagine coordinata dalla procura di Enna. Le ricostruzioni fornite dagli inquirenti forniscono già un quadro inquietante che merita tutti gli approfondimenti del caso. E' chiaro che saremo intransigenti come non mai», ha detto l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza. Mentre dall’ Oasi di Troina si «esprime massima fiducia nell’operato della magistratura».

«Proprio nel rispetto del lavoro degli inquirenti e soprattutto della privacy della persona assistita e della sua famiglia, l’Oasi ha mantenuto e manterrà il più stretto riserbo sulla vicenda - dice una nota - Qualora dall’inchiesta dovessero emergere responsabilità dirette, ovvero un coinvolgimento da parte di personale interno, l’Istituto adotterà tutti i provvedimenti del caso. L’Istituto ad ogni modo si costituirà parte civile perché parte lesa in questa triste e dolorosa vicenda che ha sorpreso e sconvolto la dirigenza e il personale tutto, che svolge con responsabilità il proprio lavoro». "Attendiamo con serenità - continua la nota dell’Oasi - l’esito dell’inchiesta e in questi giorni abbiamo dato massima disponibilità alla magistratura fornendo loro tutte le informazioni utili all’indagine».

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