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False morti per intascare l'assicurazione, sei fermi per truffa a Palermo

Sei persone sono state fermate dalla polizia di Palermo nell’ambito di un’operazione, denominata Lazzaro, su disposizione della locale Procura, contro una presunta organizzazione criminale accusata di essere dedita alle frodi assicurative sulla vita, che secondo le indagini mirava ad ottenere la liquidazione del premio con la falsa e prematura morte del contraente della polizza.

Sono decine le persone indagate. Evidenziato attraverso le indagini un modus operandi strutturato e ben collaudato in ogni sua fase: dal reclutamento dei contraenti e dei falsi morti alla gestione e suddivisione dei proventi illecitamente ottenuti dalle compagnie assicuratrici truffate.

Gli investigatori hanno accertato almeno 20 truffe assicurative, per un "giro d’affari" di circa 2.7 milioni di euro, a questi si aggiungono, inoltre, i premi assicurativi in procinto di essere liquidati a seguito della dichiarazione di morte di alcuni sodali, per un totale ammontante a circa 5 milioni di euro.

L’associazione aveva il suo quartier generale in alcuni parcheggi privati cittadini. Qui i capi reclutavano le persone a cui far stipulare le polizze vita, gestivano la documentazione, tutta falsa, per far figurare la morte dell’assicurato e incassare il premio. La polizia ha fermato Danilo Di Mattei, Giuseppe Tantillo, Calogero Santi Frenna.

I tre, secondo l’accusa sceglievano le persone da coinvolgere e li accompagnavano spesso per la stipula di uno o più contratti assicurativi; decidevano il momento in cui doveva procedersi alla dichiarazione di morte del falso defunto; curavano la fase di creazione del materiale degli atti falsi da presentare alle compagnie che attestassero la morte del contraente e permettessero così la liquidazione del premio assicurativo; e poi si occupavano della accensione di conti corrente da parte dei beneficiari, per la ricezione del premio; determinavano le quote associative da distribuire a seguito dell’ottenimento del premio assicurativo.

Con loro gli agenti di polizia hanno fermato Salvatore Patti, Agostino Patti e Salvatore Rini ritenuti dai magistrati gli organizzatori dell’associazione; erano secondo gli inquirenti i beneficiari e finti deceduti di alcuni contratti assicurativi, e si occupavano della fase di smistamento delle somme accreditate dalle compagnie assicuratrici attraverso innumerevoli movimentazioni di denaro e prelievi in contanti volti ad ostacolare la tracciabilità delle somme indebitamente ottenute. In alcuni casi una stessa persona era titolare di tre, quattro anche cinque polizze vita stipulate con diverse compagnie assicuratrici.

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