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Mafia, agguato a parenti di un pentito: arrestato sicario a Messina

Eseguita la custodia cautelare in carcere a carico di uno degli esecutori materiali di un tentato omicidio a Messina, risalente a quattro anni fa, ai danni dei parenti di un pentito di mafia.

Il presunto sicario è il 31enne Massimiliano Campagna. L’11 gennaio del 2016, due giovani si erano presentati al pronto soccorso del Policlinico Universitario, feriti da colpi d’arma da fuoco. Erano stati identificati dalla polizia per Francesco e Gabriele Ferrara, nipote e figlio dell’ex collaboratore di giustizia Iano Ferrara. L’agguato era scattato all’incrocio tra le vie Dell’Essenza e Pietro da Messina: i due, mentre stavano salendo sull'auto dello zio Carmelo Ferrara, erano stati raggiunti da due individui con il volto coperto da caschi, a bordo di uno scooter. Il passeggero, armato di pistola, ha esploso diversi colpi contro il conducente della vettura: questi era riuscito a defilarsi abbandonando l’auto, mentre i due giovani erano rimasti feriti.

Le indagini avviate dalla Squadra mobile e coordinate dalla procura di Messina, hanno definito il movente che portava a ricondurre l’agguato a un attrito sorto a causa di una relazione non gradita tra Iano Ferrara e una parente di Tommaso Ferro; rapporto osteggiato da quest’ultimo, ma approvato e difeso da Carmelo Ferrara.

Gli ulteriori approfondimenti, il 2 aprile 2019 hanno portato all’arresto anche di Tommaso Ferro, collocando peraltro il tentato omicidio ai danni dei Ferrara nell’alveo di quelle azioni aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose. Sono state così riaperte le indagini sul tentato omicidio dei Ferrara, svolte dalla Squadra mobile e coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, evidenziando elementi indiziari anche a carico di Massimiliano Campagna.

La Dda ha quindi ottenuto dal gip la misura cautelare del carcere per tentato omicidio e porto abusivo d’arma da fuoco, con l’aggravante del 416 bis. Come evidenziato nel provvedimento cautelare, al di là delle ragioni sentimentali che avevano spinto Ferro, la compagine di riferimento di quest’ultimo, attiva nel territorio di Santa Lucia sopra Contesse, avrebbe acquistato potere, facendo sparare contro uno dei componenti della famiglia Ferrara che sul Cep esercitava la propria influenza.

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