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La "cupola" mafiosa di Messina e il dominio dei Romeo, chieste 29 condanne fino a 18 anni

Ventinove condanne, da uno e fino a diciotto anni di carcere, e un'assoluzione soltanto. É finita nel primo pomeriggio la requisitoria dell'accusa nel  procedimento per i riti ordinari dell’operazione “Beta”, che si sta celebrando davanti alla prima sezione penale del tribunale.

I sostituti della Dda Liliana Todaro e Fabrizio Monaco hanno ricostruito l'intera vicenda e poi hanno trattato singolarmente le posizioni di ciascun imputato. Con l'operazione "Beta" é stata acclarata l’esistenza della “cupola” mafiosa a Messina, capeggiata dalla famiglia dei Romeo e strettamente collegata al gruppo mafioso catanese dei Santapaola, anche per parentele dirette.

La “Beta” è una delle più importanti inchieste degli ultimi anni per le collusioni tra mafia, imprenditoria e politica in città, autentica cartina al tornasole di quel “mondo di mezzo” tra mafiosi, affaristi, intrallazzatori e funzionari pubblici.

In questo troncone dei giudizi ordinari sono coinvolti tra gli altri per concorso esterno all’associazione mafiosa anche l’imprenditore Carlo Borella, ex presidente dei costruttori di Messina (13 anni di reclusione è stata la richiesta del pm), e l’avvocato Andrea Lo Castro (15 anni di reclusione la richiesta del pm). Nell’inchiesta sono coinvolti anche, per corruzione, il tecnico comunale di Messina, l’ing. Raffaele Cucinotta, e l’imprenditore Rosario Cappuccio, per estorsione.

L’indagine, condotta dai carabinieri del Ros e coordinata a suo tempo dal procuratore aggiunto Sebastiano Ardita, è sfociata, nell’estate del 2017, nell’arresto di 30 persone. La contestazione accusatoria principale parla di uno “scopo societario”, ovvero: «assumere il controllo di servizi di interesse pubblico (quali quello per la consegna a domicilio di parafarmacie per la distribuzione dei farmaci), di autorizzazioni e concessioni (per l’esercizio dei giochi), per condizionare l’andamento di pubbliche forniture (quali quelle legate all’acquisto da parte del Comune di Messina di immobili da adibire ad alloggi), per assumere il controllo e l’esecuzione di pubblici appalti».

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