Domenica 28 Aprile 2024

Coronavirus, prorogata fino al 25 novembre la zona rossa a Vittoria

Nuova proroga fino al 25 novembre per la «zona rossa» di Vittoria. Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci - si legge in una nota - tenuto conto del rapporto dell’Asp di Ragusa, d’intesa con l’assessore alla Salute Ruggero Razza, ha infatti firmato l’ordinanza che conferma il Comune ibleo off-limits. Le restrizioni adottate per limitare il contagio del Coronavirus, sono quelle disposte il 2 novembre e già prolungate di una settimana lo scorso 10 novembre. Nel Ragusano anche il sindaco di Comiso, Maria Rita Schembari, ha chiesto che la città venga dichiarata «zona rossa» e la chiusura delle scuole. «Sono molto preoccupata per i numeri che si registrano tra Comiso e Pedalino, per i decessi che ammontano già a sette e per la mancanza di rispetto per le regole», ha detto nel corso di una videoconferenza con l’assessore alla Sanità, Ruggero Razza, e i sindaci del ragusano. «Grazie al confronto di oggi, ho avuto la possibilità di mettere sul piatto diverse e gravi criticità riscontrate nella nostra città - spiega il sindaco -. Innanzitutto, la difficoltà a gestire i contagi nelle scuole. A parte le centinaia di sollecitazioni pervenutemi in queste settimane, ed alle quali non posso dare riscontro poiché non è facoltà dei sindaci emanare ordinanze di chiusura delle scuole, mi sono arrivate sul tavolo anche le relazioni dei dirigenti scolastici delle scuole elementari e medie dove mi si dipinge un quadro davvero allarmante». «Un altro grave problema - continua il sindaco - è l’assembramento continuo e costante dei genitori davanti alle scuole, sia all’entrata, sia all’uscita. Come se la cosa fosse normale. Del resto, chi parla proviene dal mondo della scuola e sa bene cosa significhi fare didattica in presenza, e i vantaggi che ne derivano». «Infine - ha concluso Maria Rita Schembari - ho chiesto, interpretando anche una determinazione in questo senso dell’assessore Razza, che Comiso venga dichiarata zona rossa dove, i criteri delle limitazioni e delle contingenze, siano simili a quelli messi in campo durante la prima ondata primaverile della pandemia. Se non si attivano protocolli seri e mirati, non ha senso alcun tipo di intervento oltre le misure che già esistono ma che, in maniera più che evidente, sono valse a poco».

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