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Tortorici, un pentito: "Il sindaco Galati Sardo mi chiese i voti"

Emanuele Galati Sardo, sindaco di Tortorici

Ci sono ancora nuovi verbali inediti dei pentiti agli atti del maxiprocesso “Nebrodi”, sulle truffe agricole dei clan tortoriciani. Sul finire dell’udienza scorsa li ha depositati il sostituto della Dda Francesco Massara, uno dei magistrati che regge l’accusa al dibattimento. Si tratta di due stralci di dichiarazioni di Giuseppe Marino Gammazza e Carmelo Barbagiovanni.

Ed è proprio Barbagiovanni - riporta la Gazzetta del Sud in edicola -, parlando a lungo in un interrogatorio del 19 ottobre scorso, che ha aggiunto alcuni tasselli sull’appoggio che le organizzazioni mafiose tortoriciane hanno dato nelle varie campagne elettorali, una tema che aveva già trattato in precedenza sopratutto con il presunto coinvolgimento enti del sindaco di Tortorici Emanuele Galati Sardo, che è tra gli imputati del maxiprocesso.

«Prima del mio arresto, ho appreso che, per queste elezioni, Bontempo Sebastiano detto biondino, Bontempo Sebastiano detto uappo e Galati Giordano Vincenzo detto lupin avrebbero sostenuto politicamente il candidato sindaco Emanuele, di cui in questo momento non mi sovviene il cognome. Tutti e tre i soggetti che ho menzionato mi dissero che si stavano interessando per procurare voti a favore di Emanuele, la cui moglie è sorella dell’uomo che ha sposato la sorella del biondino».

«In occasione di un incontro che ebbi con Emanuele, nel suo, ufficio intorno al mese di novembre del 2018, lui stesso mi chiese di procurargli i voti per le elezioni alle quali era interessato».

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