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Palermo, bancarotta fraudolenta: ai domiciliari due fratelli imprenditori

Sigilli a beni e denaro per circa 650mila euro nonché all’intero capitale di tre società per un valore di circa 1 milione e 700 mila euro

Bancarotta fraudolenta e omesso versamento di imposte: nell'ambito dell'operazione “Clean Up” sono stati arrestati due imprenditori palermitani e sequestrate tre aziende e beni per circa 2,5 milioni di euro. La Guardia di finanza del Comando provinciale hanno posto agli arresti domiciliari i fratelli Vincenzo e Libero Abbate, di 50 e 54 anni, attivi nel settore delle pulizie generali di edifici. Contestati, a vario titolo, i reati di bancarotta fraudolenta, omesso versamento di Iva e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Sigilli a beni e denaro per circa 650 mila euro nonché all’intero capitale di tre società per un valore di circa 1 milione e 700 mila euro.

“Clean Up”

Le indagini, coordinate dalla procura di Palermo e che hanno portato al provvedimento emesso dal gip, hanno fatto luce su un complesso sistema di società nell’ambito del quale ciascuna di esse era la continuazione aziendale dell’altra, con analogo oggetto sociale, soci e coincidenza di sedi operative e asset aziendali. Gli indagati hanno svuotato e poi messo in stato di insolvenza l’impresa originaria sorta nel 1986, mediante una rete di società, formalmente controllate dalla prima e soggette a una direzione unitaria da parte dei fratelli, alle quali sono stati ceduti beni societari e rami d’azienda. Coinvolta nelle indagini, sebbene non colpita dal provvedimento cautelare odierno, anche la madre 78enne degli imprenditori, posta formalmente, dal 2016, a capo della società poi fallita.

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