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Rifiuti: difetto notifica, slitta processo re discariche etnee

Rinviata la prima udienza del processo agli imprenditori Antonino e Salvatore Leonardi, titolari della discarica Sicula Trasporti, che è in amministrazione giudiziaria, arrestati il 4 giugno 2020 dalla guardia di finanza di Catania nell’ambito dell’inchiesta "Mazzetta Sicula", e di altri sei imputati

La discarica gestita da Sicula Trasporti

È stata rinviata al prossimo 26 marzo, per un difetto di notifica, la prima udienza del processo agli imprenditori Antonino e Salvatore Leonardi, titolari della discarica Sicula Trasporti, che è in amministrazione giudiziaria, e arrestati il 4 giugno 2020 dalla guardia di finanza di Catania nell’ambito dell’inchiesta "Mazzetta Sicula", e di altri sei imputati. Sono accusati di associazione per delinquere, traffico di rifiuti, corruzione, frode nelle pubbliche forniture e getto pericoloso di cose. A processo, davanti alla terza sezione penale del Tribunale di Catania, anche gli imprenditori Francesco e Nicola Guercio, il funzionario dell’Arpa Vincenzo Liuzzo, il consulente Giovanni Orazio Messina, il dipendente di Sicula Trasporti Marco Morabito e Giancarlo Panarello. Nel procedimento ci sono anche le società Sicula Trasporti, Sicula Compost, Gesac, Edile Sud, Leonhouse Immobiliare ed Eta Service. Ammesse come parti civili il ministero dell’Ambiente, l’Arpa, il Libero Consorzio di Siracusa, l’associazione Legambiente e i Comuni di Lentini, Carlentini e Catania. Altri due imputati, i responsabili dell’impianto di compostaggio, Pietro Francesco Nicotra e di quello del trattamento, Francesco Zappalà, hanno ottenuto l'accesso al patteggiamento. Altri due, il funzionario del Libero Consorzio di Siracusa Salvatore Pecora e il collaboratore di giustizia Filadelfo Amarino, saranno processati col rito abbreviato, con prima udienza il 16 marzo. Secondo l’accusa, sostenuta dalla Procura di Catania, da indagini dello Scico delle Fiamme gialle è emerso «un perdurante e sistematico illecito smaltimento dei rifiuti solidi urbani provenienti da oltre 200 Comuni siciliani» e una gestione della discarica «orientata all’esclusivo perseguimento di utili attraverso il mantenimento delle convenzioni con gli Enti locali pur non essendo gli impianti nelle condizioni di poter più adempiere alle prescrizioni fissate dalle autorizzazioni amministrative».

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