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Lotto Astrazeneca ritirato in Sicilia, 3000 dosi somministrate a Messina. Sinora nessun caso "avverso"

Sarebbero stati tre i casi di trombosi dopo la somministrazione del vaccino AstraZeneca, registrati in Sicilia, a indurre l’Aifa a imporre lo stop cautelativo per il lotto in questione, codice ABV2856. Il lotto è diverso da quello distribuito in 17 Paesi europei e bloccato da 5, ultima oggi la Danimarca, anche in questi casi per eventi avversi di tipo trombotico.

Il vaccino a Messina

Il lotto ABV2856 è stato utilizzato anche a Messina: è arrivato all’Asp il 15 febbraio, alla farmacia dell’ospedale di Milazzo per la precisione, e da allora sono state già somministrate 3 mila dosi in tutta la provincia. Ne sono rimaste inutilizzate 73, che sono state ritirate, in attesa di informative più dettagliate da parte dell’Aifa. Non sono giunte all’Asp segnalazioni di eventi collaterali gravi (reazioni quali febbre, nausea e classici sintomi influenzali sono considerati nella norma).

Sono circa 500mila le dosi contenute in ogni lotto del vaccino di AstraZeneca. E’ quanto si apprende dalla stessa azienda. 

Come detto a Messina rimanevano solo 73 dosi in città, a Palazzo Satellite, e sono state tempestivamente bloccate, in attesa di nuove disposizioni. Chi ha ricevuto il vaccino può facilmente verificare il lotto che gli è stato somministrato nel certificato consegnato, leggendo il codice sotto il QR code. Fino ad oggi nessun altro lotto di vaccini delle varie aziende farmaceutiche ha creato problemi. Intanto l’Hub vaccini nell’ex Fiera inaugurato ieri procede senza sosta: nel primo giorno di “rodaggio” del padiglione 7a oltre 600 somministrazioni Astrazeneca tra insegnanti, avvocati e persone, senza patologie gravi, tra i 70 e 79 anni prenotate ieri e subito chiamate per ricevere la prima dose. Nessuna reazione avversa durante l’osservazione che dura circa 15 minuti subito dopo la vaccinazione e non sono stati finora segnalati effetti collaterali particolari (oltre febbre e sintomi influenzali che rientrano nella norma e tendono a sparire nell’arco di 48/72 ore). Gli utenti sono stati supportati costantemente fin dal loro arrivo anche dal team di psicologi dell’Ufficio per l’Emergenza, diretto dal commissario Alberto Firenze. Nei prossimi giorni sará attivato anche il padiglione 7B per accelerare ulteriormente la vaccinazione di massa.
In relazione ai dubbi sul vaccino Astrazeneca, che da metà febbraio è in somministrazione da parte della Regione Siciliana agli aventi diritto, è necessario precisare alcuni punti fondamentali, per evitare il diffondersi di ingiustificati allarmi e fake news.
- Il vaccino Astrazeneca è stato regolarmente approvato dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), e ne è stata raccomandata la somministrazione nella fascia dai 18 fino ai 65 anni in assenza di patologie.
L'AIFA "raccomanda che la seconda dose del vaccino AstraZeneca dovrebbe essere somministrata idealmente nel corso della 12/a settimana (da 78 a 84 giorni) e comunque ad una distanza di almeno 10 settimane (63 giorni) dalla prima dose”.
- L’efficacia del vaccino anti Covid AstraZeneca nel prevenire la malattia sintomatica risulta pari al 73% dal 35° giorno dalla somministrazione della prima dose.
Altresí, nonostante in Italia non si vaccinino ad oggi gli over 65 con AstraZeneca, ad avvalorare la sicurezza e l'efficacia del vaccino, i dati resi noti (03.03.2021) dalla stessa multinazionale, suggeriscono che, negli over 80, una singola dose di vaccino abbia un’efficacia di almeno l'80% nel prevenire le ospedalizzazioni, circa 3-4 settimane dopo la vaccinazione. I dati sono stati presentatI dal Public Health England.
- Risultati preliminari di uno studio del servizio sanitario scozzese (Public Health Scotland) mostrano una riduzione del 94% del tasso di ospedalizzazione per COVID-19 nella popolazione che ha ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca.
- I vaccini attualmente in somministrazione, Pzifer-Biontech e Moderna, hanno presentato un’efficacia superiore al 95%. Il vaccino Astrazeneca, benché con efficacia inferiore, è stato approvato perché mostra un rapporto beneficio/rischio favorevole nelle persone al di sopra dei 18 anni di età. Nei partecipanti ai test clinici che avevano ricevuto la seconda dose dopo 12 settimane, l’efficacia aveva raggiunto l’82,4 per cento a 14 giorni dalla nuova somministrazione. In tutti i partecipanti che avevano ricevuto almeno una dose di vaccino, a partire da 22 giorni dopo la prima dose, non si erano osservati casi di ricovero.
Inoltre, l’arrivo di un terzo vaccino caratterizzato da una maggiore maneggevolezza d’uso rappresenta un importante contributo alla campagna vaccinale in corso, perchè il flaconcino multidose (dieci da un singolo flacone per il vaccino distribuito in Italia) non aperto deve essere conservato in frigorifero (2°C-8°C) e non deve essere congelato (come invece i vaccini Pfizer-Biontech e Moderna).
- Contrariamente ai vaccini Pfizer-Biontech e Moderna, che sono vaccini a “RNA messaggero”, quello Astrazeneca è basato su vettore adenovirale non-replicativo, per cui anche con questo vaccino la vaccinazione non può provocare l’infezione da SARS-CoV-2 o la malattia COVID-19 perché il vaccino COVID-19 Vaccine AstraZeneca non contiene virus attivi, ma solo una componente genetica che porta nell’organismo di chi si vaccina l’informazione per produrre anticorpi specifici.
Quindi risulta evidente che sia i vaccini a RNA messaggero che i vaccini virali inducono una buona protezione verso la COVID-19.
- Reazioni avverse, che sono comunemente previste con la somministrazione di un vaccino, sono state generalmente meno frequenti e più lievi nei partecipanti con più di 65 anni.
- Sebbene sia plausibile che la vaccinazione protegga dall’infezione, i vaccinati e le persone che sono in contatto con loro devono continuare ad adottare le misure di protezione anti COVID-19.
- La priorità di somministrazione prevede per il personale scolastico e universitario docente e non docente, per le forze armate e dell’ordine, per luoghi a rischio quali penitenziari e luoghi di comunità, e per il personale di altri servizi essenziali.

I casi in Sicilia

In Sicilia il primo caso sospetto riguarderebbe un militare in servizio ad Augusta, Stefano Paternò, 43 anni, originario di Corleone, ma residente a Misterbianco. E' morto ieri mattina per un arresto cardiaco nella sua abitazione. Il militare il giorno precedente si era sottoposto alla prima dose di vaccino dello stesso lotto a cui fa riferimento l'Aifa. Sul caso la Procura di Siracusa ha aperto un'inchiesta e disposto l'autopsia. E sono una decina le persone che la Procura ha iscritto nel registro degli indagati. Il procuratore capo Sabrina Gambino ha iscritto tutta la catena di distribuzione del vaccino dalla società Astrazeneca che lo produce, fino al personale sanitario dell’ospedale militare che si è occupato dell’inoculazione. L'accusa per tutti è di omicidio colposo. La Procura di Siracusa ha disposto il sequestro del lotto.

A Stefano Paternò, 43 enne di Corleone in servizio ad Augusta come Sottoufficiale della Marina Militare, si aggiunge Davide Villa, poliziotto dell’Anticrimine di Catania. Il decesso di Villa sarebbe avvenuto 12 giorni dopo la somministrazione del vaccino, ma sembra che l’uomo avesse iniziato a stare male già dal giorno successivo all’inoculazione della dose.  La Procura di Catania ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati.

 

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