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Totò Cuffaro prova a rilanciare la Dc: "Penso a un'alleanza con Italia Viva e Forza Italia"

L'ex governatore condannato per mafia lavora a "grande centro"

La scena non è più quella delle convention elettorali. Questa volta si tratta quasi di una riunione "carbonara". Poche decine di persone che per di più, a causa delle norme anti covid, possono limitarsi solo a un saluto fugace. Ma resta la determinazione di "Totò vasa vasa": aveva giurato di avere chiuso per sempre con la politica. Ed invece l'ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro, condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato alla mafia, torna sulla scena con l’ambizione di voler rilanciare la Dc, di cui è commissario in Sicilia. «Vogliamo riportare nel panorama della politica un partito che sia soprattutto un partito di ideologie - spiega - la gente non si sente rappresentata e non si riconosce negli attuali partiti perché manca il vincolo ideologico».

Cuffaro è a Caltanissetta per una tappa del tour che lo sta portando a incontrare politici e simpatizzanti coinvolti nel progetto di ricostruzione della Dc, anche se lui si affretta a precisare: «Non sono candidato a nulla, tra l’altro non posso esserlo perché sono interdetto. Capisco la pesantezza della mia sentenza e non aspiro a ricoprire più nessun ruolo istituzionale. Cosa diversa è lavorare da mediano di spinta per ricostruire la Democrazia Cristiana e per dare la possibilità a tanti giovani di conoscerla, di capirne i valori e di poterli rappresentare, dove c'è sempre più bisogno di un partito che innanzitutto riporti al centro il rigore, il coraggio e soprattutto la passione». Nessuna sorpresa per uno come Cuffaro che si dice "democristiano da sempre" e che ha fatto dello scudo crociato la stella polare del suo impegno politico. «Ho cominciato con la Dc, ho studiato Sturzo, De Gasperi, ho vissuto un clima dove la politica era innanzitutto un ideale. Oggi ci si avvicina alla politica per motivi disparati e diversi, tranne che per una scelta ideale. I partiti di oggi sono populisti, sovranisti ma non c'è di fondo un’ideologia».

L’allievo prediletto di Calogero Mannino ha le idee chiare sul progetto politico della «nuova» Dc. «Vogliamo costruire un centro moderato, un centro che non urla, che ragiona, un centro che voglia fare una rivoluzione perché le vere rivoluzioni sono quelle che costruiscono, non quelle che distruggono». E comincia anche ad argomentare sulle possibili alleanze future: «Penso che si possano mettere insieme i partiti che oggi si ispirano ad una politica centrista, penso a Italia Viva, a Forza Italia, a tutta la galassia post democristiana dall’Udc a tutti gli altri, al movimento Azione di Calenda, a Più Europa. Tutti questi partiti insieme, possono costruire un centro importante». Il partito, come annunciato da Cuffaro, scenderà in campo già alle prossime comunali. «Sto lavorando per presentare liste in tutta la Sicilia: a San Cataldo, a Favara, a Porto Empedocle, a Caltagirone, ad Adrano, Giarre, Misterbianco. Dovunque ci sia il proporzionale la Dc presenterà la sua lista. Dove c'è l'uninominale, sceglieremo di stare insieme con coloro che condividono le nostre scelte».

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